Plastica, allarme inquinamento: fiumi e corsi d'acqua soffocano. I volontari LIVES scendono in campo per arginare il problema ma la soluzione è ancora lontana
Il progetto europeo LIVES si batte per la riduzione dei rifiuti di plastica nei fiumi.
La sfida è solo all'inizio, come spiega Silvia Spierts, project manager, LIVES: "Uno dei nostri obiettivi era quello di ridurre la quantità di plastica raccolta, dimezzandola. Ma è un obiettivo che non abbiamo raggiunto. La plastica prodotta in tutto il mondo è in aumento. E sappiamo anche che circa il 20% di ciò che viene prodotto finisce in natura, nell'ambiente, nell'acqua. Quindi, non riusciamo a far fronte alla velocità di produzione a livello mondiale. Non possiamo adottare misure così rapide".
Le misure messe in campo a livello industriale sono importanti ma non risolvono il problema dell'inquinamento da rifiuti plastici: "Le industrie vogliono essere parte della soluzione - duce Spierts - Mettono dei filtri nei siti industriali, quindi è perfetto perché così i rifiuti non arrivano al fiume. Il problema che dobbiamo affrontare è che, quando escono dal sito industriale e finiscono sui camion, ad esempio, o nelle loro ruote, si registrano nuove fuoriuscite. Oppure, quando i rifiuti vengono portati in un'altra fabbrica per essere trasformati in altri materiali, se c'è una perdita e inizia a piovere il problema si ripete. In questo caso non ci sono filtri per contenere i residui. Questo significa che arrivano comunque nei nostri corsi d'acqua".
Secondo la project manager LIVES, "la Mosa ha i maggiori problemi perché la plastica è già parte del suolo. Quindi, le generazioni future troveranno un suolo di plastica. E questo è disastroso. Dovremmo fare qualcosa perché la natura possa andare avanti. Ma noi, come persone, saremo parte della natura? Di questo dovremmo occuparci ora e non aspettare".