Unione Europea sblocca fondi per la Palestina

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Di Euronews
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Dopo una lunga attesa Bruxelles torna a inviare fondi per i palestinesi

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Dopo mesi di disaccordi interistituzionali, la Commissione Europea dovrebbe approvare nei prossimi giorni un pacchetto di aiuti bilaterali a lungo ritardato per i Territori Palestinesi.

La svolta coincide con una visita della presidente della Commissione Ursula von der Leyen in Israele e in Cisgiordania nell'ambito del suo tour in Medio Oriente.

Una lunga controversia che coinvolge Commissione, Parlamento Europeo e Stati membri ha di fatto bloccato l'uscita del programma di assistenza finanziaria 2021 destinato all'Autorità Palestinese.

L'aiuto, del valore di oltre 200 milioni di euro, serve per pagare gli stipendi e le pensioni di alcuni dipendenti pubblici in Cisgiordania, sostenere gli ospedali e fornire aiuto alle famiglie vulnerabili.

"Miriamo a finalizzare la procedura a breve e una volta finalizzata, i fondi saranno rilasciati il ​​prima possibile. Per gli ospedali di Gerusalemme est e le indennità per le famiglie palestinesi vulnerabili come priorità", ha affermato lunedì un portavoce della Commissione in risposta a una domanda di Euronews.

Cosa c'è dietro il ritardo?

L'impasse di bilancio è incentrata su un regime di condizionalità introdotto da Olivér Várhelyi, il commissario europeo che sovrintende alle relazioni con i paesi limitrofi dell'UE.

Várhelyi ha suggerito che le autorità palestinesi dovrebbero apportare modifiche ai libri di testo educativi ritenuti contenenti tropi antisemiti e un linguaggio provocatorio al fine di sbloccare i fondi dell'UE.

L'UE non fornisce fondi per progettare e stampare libri di testo, ma sostiene gli stipendi di molti insegnanti palestinesi che utilizzano i materiali nelle loro classi.

Le obiezioni del commissario si basano su uno studio indipendente condotto dal Georg Eckert Institute che "rivela un quadro complesso": i libri aderiscono agli standard dell'UNESCO e hanno una "forte attenzione" sui diritti umani, ma presentano anche "narrazioni antagoniste" e "una rappresentazioni unilaterali" di Israele e dei suoi cittadini.

"I libri di testo per la lingua araba contengono rappresentazioni emotivamente cariche della violenza israeliana che tendono a disumanizzare l'avversario israeliano, accusandolo occasionalmente di malizia e comportamento ingannevole", osserva il rapporto, pubblicato la scorsa estate, nella sua sintesi.

Várhelyi, che prima della sua attuale posizione ha lavorato come diplomatico per il governo del primo ministro ungherese Viktor Orbán, ha introdotto nuove condizioni finanziarie sul finanziamento in seguito ai risultati del rapporto.

Secondo il funzionario, la Commissione ha intensificato il suo impegno con l'Autorità Palestinese per affrontare quelle che ha definito "questioni altamente problematiche" evidenziate dal Georg Eckert Institute.

"L'UE non tollera l'incitamento all'odio, alla violenza come mezzo per raggiungere obiettivi politici, né all'antisemitismo in tutte le sue forme. Qualsiasi materiale del genere non ha posto nei libri di testo o nelle classi", ha affermato il funzionario il mese scorso in una risposta scritta a il Parlamento Europeo.

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