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Garton Ash: "L'Ue ha paura dei migranti, ma dovrebbe ripensare la sua sicurezza strategica"

Garton Ash: "L'Ue ha paura dei migranti, ma dovrebbe ripensare la sua sicurezza strategica"
Diritti d'autore Euronews.
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Di Sandor Zsiros
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Secondo lo storico di Oxford, l'Europa farebbe bene a investire in una difesa comune e prevenire le sfide future piuttosto che subire le decisioni degli Usa

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Missione fallita. L’Europa e gli Stati Uniti hanno lasciato l’Afghanistan dopo venti anni di presenza militare nel paese senza che la capitale ponesse alcuna resistenza al ritorno del regime dei talebani. E mentre Washington sembra impaziente di voltare pagina, a Bruxelles ci si interroga sul perché di una tale sconfitta, tanto che il capo della politica estera dell'Unione europea ha riaperto il dibattito sulla difesa europea comune e la cosiddetta "autonomia strategica". Abbiamo chiesto un parere allo storico inglese e professore di Studi Europei all’Università di Oxford Timothy Garton Ash.

“Il problema non è solo ammettere la sconfitta schiacciante – afferma il noto storico  e autore di molti saggi - ma riconoscere anche quel senso di tradimento che stanno provando milioni di Afghani in questo momento a cui erano state date delle prospettive di libertà e uguaglianza. Pensiamo alle donne e alle bambine, si sentono molto tradite. È inutile girarci intorno i terroristi stanno tornando e se pensiamo ai soldi investiti nel Paese per far sì che non tornassero, ovvero due trilioni di dollari, la dimensione di questo fallimento appare davvero molto grande.”

L’Unione europea ha posto delle condizioni per aprire il dialogo con i talebani senza però concedere un vero e proprio riconoscimento, come spiega la portavoce della Commissione Ue Nabila Massrali: “Il governo dei talebani sarà giudicato in base ai fatti e alle azioni, piuttosto che in base alle promesse che hanno fatto finora. L'impegno umanitario dell’Unione europea in Afghanistan dipenderà molto da come si comporteranno i talebani, e non dalle loro dichiarazioni”. 

L'Unione europea è uno dei maggiori donatori di aiuti al mondo, ed intende continuare ad aiutare la popolazione afghana, per questo non ha nascosto la volontà di mantenere delle relazioni con i talebani e, quando possibile, riaprire le ambasciate. Ma per lo storico di Oxford, l’Occidente ha perso credibilità sul campo: “Le sedi diplomatiche di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania sono chiuse, restano aperte le ambasciate di Russia e Cina. Non c’è bisogno che aggiunga altro", chiosa l’anziano professore. “L’Europa farebbe bene a riflettere più seriamente sulla sua autonomia militare e strategica – ammonisce l’esperto - il suggerimento è arrivato dallo stesso presidente americano Joe Biden”.

Ma a parere di Garton Ash, i leader europei all’indomani della caduta dell’Afghanistan sono stati colti più dalla paura di una nuova crisi migratoria che dalla voglia di domandarsi cosa avrebbero potuto fare diversamente con oltre 10.000 soldati francesi e britannici, e le loro forze speciali.

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