Ursula Von der Leyen al telefono con AstraZeneca

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La presidente della Commissione europea ha chiamato il CEO della casa farmaceutica, che nel fine settimana ha annunciato ritardi nella fornitura delle dosi del vaccino contro il Covid 19

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Arrabbiata e in cerca di risposte, la presidente della Commissione europea ha preso in mano il telefono per chiamare il CEO di AstraZeneca.

Ursula Von der Leyen ha chiesto al gigante farmaceutico di adempiere ai suoi obblighi contrattuali nella fornitura di forniture del vaccino Covid-19. Dalla società ci si apettano delle spiegazioni, visto che nel fine settimana Astra Zeneca ha fatto sapere che i paesi UE riceveranno meno della metà del numero di dosi previste dal contratto. L'approvazione del vaccino da parte dell'EMA è prevista per venerdì.

"Il nuovo calendario di consegne dei vaccini di AstraZeneca non è accettabile", ha fatto sapere dal canto suo la Commissaria alla salute Stella Kyriakides. "Perciò la Commissione Ue ha scritto all'azienda e ha avuto una riunione con i suoi rappresentanti oggi, ma le risposte non sono soddisfacenti. Vogliamo sapere quante dosi sono state prodotte, dove e a chi sono state consegnate". Una nuova riunione con i rappresentanti della casa farmaceutica è prevista per lunedì sera.

Il nuovo calendario di consegne dei vaccini di AstraZeneca non è accettabile
Stella Kyriakides
Commissaria alla salute Ue

AstraZeneca ha attribuito l'inconveniente a un problema relativo alla produzione all'interno della catena di fornitura europea, un incidente simile che era accaduto alla Pfizer.

Non a caso l'Italia minaccia di avviare un procedimento legale contro entrambe le società.

Nel frattempo l'UE ha aggiunto la sfumatura "rosso scuro" alla sua mappa Covid per indicare le aree in cui il virus sta circolando a livelli molto alti. Chi arriva da queste zone potrebbe dover sottoporsi a un test e una quarantena dopo l'arrivo.

"La Commissione europea ha tollerato importanti restrizioni alla libera circolazione che non necessariamente si giustificavano in termini epidemiologici. La Commissione è stata molto cauta nel biasimare quei paesi che hanno adottato tali restrizioni e ora in un certo senso arriva tardi. Allo stesso tempo c'è un nuovo fattore: queste nuove varianti che potrebbero essere più trasmissibili e quindi portare a più infezioni. Per la Commissione è un'opportunità per correggere gli errori passati", afferma Alberto Alemanno, Professore di Diritto europeo alla Grande Ecole des Hautes Etudes Commerciales (HEC) di Parigi dove ha la cattedra Jean Monnet in diritto dell'Unione Europea.

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