The Brief from Brussels: il salario minimo europeo tra utopia e realtà

The Brief from Brussels: il salario minimo europeo tra utopia e realtà
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Di Elena CavalloneMaria Psara
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La proposta della Commissione europea punta ad armonizzare gli stipendi nell'UE ed evitare il dumping salariale. Ma alcuni Stati membri fanno resistenza

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Un primo passo verso un salario minimo europeo. Da Strasburgo la Commissione europea dà il via al suo piano per armonizzare i salari in Europa.

Non si tratta di determinare l'ammontare del salario ma piuttosto di definire una serie criteri che i governi dovranno prendere in considerazione nello stabilire il salario minimo. L'obiettivo, ha affermato la presidente dell'esecutivo europeo Ursula Von der Leyen è arginare la "fuga di cervelli" da est a ovest, un fenomeno che in Ungheria sta avendo ripercussioni anche sull'economia interna.

"Come ungherese - spiega l'eurodeputata socialista Klara Dobrev - comprendo l'obiettivo di questo tipo di politiche. Centinaia di migliaia, in alcuni paesi milioni di persone lasciano il loro paese per andare a lavorare in Europa occidentale. C'è un'enorme carenza di manodopera, che mette a repentaglio anche la crescita del nostro PIL. Se riuscissimo a raggiungere un accordo a livello europeo sul salario minimo, potremmo fermare questo tipo di concorrenza".

Eurostat
Dati sui salari minimi in EuropaEurostatCavallone, Elena

L'Italia è uno dei 6 paesi dell'UE (insieme a Danimarca, Svezia, Cipro, Austria e Finlandia) dove non esiste il salario minimo obbligatorio. Inoltre sussistono molte differenze tra i paesi europei. In Bulgaria, per esempio, il salario minimo è di €286 al mese, mente in Lussemburgo è di €2,071.

Tuttavia alcuni Stati nordici, dove i salari sono alti, temono che una simile proposta possa abbassare i loro standard e minare il sistema di contrattazione collettiva.

Johan Danielsson, eurodeputato socialista svedese spiega che "il problema per la Svezia e per altri paesi nordici è che ciò potrebbe minare i modelli di contrattazione collettiva, in cui le parti sociali negoziano i salari senza alcun coinvolgimento dello stato. Se dovesse esserci une legislazione europea che afferma che ogni stato membro deve garantire un livello di salario minimo, come possiamo garantire che cio avvenga senza l'intervento dello Stato?".

La Commissione risponde che tutte le buone pratiche relative alla contrattazione collettiva saranno protette e che la misura preverrà il dumping salariale in Europa. I sindacati gioiscono e salutano l'iniziativa.

"Questa è un'opportunità storica - afferma Luca Visentini, segretario generale della confederazione europea dei sindacati.- È la prima volta che l'Unione europea fa il punto sulla drammatica situazione dei salari nel nostro continente, proponendo una soluzione europea. Finora abbiamo visto per più di un decennio solo una politica di austerità, ora si intraprende finalmente un'iniziativa legislativa per dare impulso all'aumento della retribuzione dei lavoratori europei".

La Commissione presenterà entro settembre i dettagli della proposta legislativa, ma i negoziati potrebbero richiedere molti anni.

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