Il regista ucraino Oleg Sentov ha ritirato il premio conferitogli dall'europarlamento l'anno scorso quando era in carcere in Russia, dove scontava 20 anni con l'accusa di aver tramato un atto terroristico contro Mosca
Un uomo semplicemente coraggioso
Il coraggio è una qualità dello spirito e non del corpo.
Ci crede fotemente Oleg Sentov, il regista ucraino che questo martedì mattina era a Strasburgo dove ha ritirato il premio Sakharov, conferitogli l'anno scorso dall'euroassemblea. Il premio Sakharov è un riconoscimento del Parlamento europeo, conferito ogni anno a persone che dedicano la propria vita alla lotta pacifica a favore dei diritti umani e alla libertà di pensiero.
Fino a qualche mese fa Oleg Sentsov era rinchiuso in una colonia penale, a 2000 chilometri da Mosca, dove scontava 20 anni di galera per aver tramato un'azione terroristica ai danni della Russia.
Il regista ucraino, che si è battuto contro l'annessione della Crimea alla Russia, era in carcere dal 2015. Per 145 giorni ha fatto uno sciopero della fame per ribadire la sua innocenza e a Strsburgo ha dedicato il riconoscimento ai detenuti politici ucraini.
Il rilascio del regista è avvenuto a settembre, nel quadro di uno scambio di detenuti tra Russia e Ucraina, in realtà sotto una forte pressione politica secondo diversi analisti.
Sentsov, originario della Crimea, l'anno scorso aveva portato avanti unos ciopero della fame per 145 giorni per chiedere il rilascio di tutti i detenuti politici ucraini in Russia.
Sentsov, che ha 43 anni, era finito nel mirino delle autorità russe perché si era opposto all'annessione della Crimea alla Russia nel 2014.
Chi è Sentsov
Prima della sua incarcerazione si era già affermato nel mondo del cinema. Nel 2011 autoproduce il suo primo film "Gamer", con un budget di appena 20.000 dollari raccolti grazie al suo lavoro presso una sala giochi nella città di Simferopol in Crimea.
Nel 2014 l'annessione della Crimea da parte della Russia cambierà il corso della sua vita. A causa delle critiche verso il Cremlino, viene condannato nel 2015 da un tribunale militare russo, in un processo ritenuto farsa dalla comunità internazionale.