Il sistema europeo delle quote per i rifugiati ha permesso finora di ridistribuire fra i paesi membri circa quindici mila persone dall’Italia e dalla Grecia.
Il sistema europeo delle quote per i rifugiati ha permesso finora di ridistribuire fra i paesi membri circa quindici mila persone dall’Italia e dalla Grecia. Ali è uno di loro. È scappato dalla Siria e ora ha trovato un alloggio temporaneo in un centro d’accoglienza in Lussemburgo. Con lui c‘è la sua famiglia, o quel che ne è rimasto.
L'Europa dovrebbe essere il luogo che si apre a chi arriva
Eurodeputata socialdemocratica
“Mio figlio è stato ucciso due anni fa, e mio nipote circa otto mesi dopo mio figlio -, racconta ai nostri microfoni -. Mio figlio aveva 16 anni e mezzo, mio nipote 21. I siriani sono persone molto gentili, ma stanno cercando di ritrovare una chance per vivere. Non abbiate paura di loro, cercate di stare un po’ con loro, di sedervi a parlare con loro, cercate di capire perché hanno lasciato il loro paese”.
L’eurodeputata Kati Piri ha conosciuto Ali e la sua famiglia l’anno scorso, quando si trovavano a Idomeni, in Grecia. Sono rimasti in contatto, e ora è venuta a far loro visita in Lussemburgo. Ma quel che si fa non basta, dice: “L’Europa dovrebbe essere il luogo che si apre a chi arriva, se prendono il cammino legale e non quello dei trafficanti. Si possono fare tutte le procedure d’identificazione prima e continuare al tempo stesso a mostrare il nostro lato umano come Unione europea accogliendo i profughi più vulnerabili. Non sta accadendo abbastanza”.
Il Lussemburgo finora ha accolto 227 persone attraverso il sistema delle quote.