E’ diventato il passaggio obbligato per migliaia di clandestini che cercano di raggiungere il nord-Europa. Dalla stazione ferroviaria di Gevgelija
E’ diventato il passaggio obbligato per migliaia di clandestini che cercano di raggiungere il nord-Europa. Dalla stazione ferroviaria di Gevgelija, nella Repubblica di Macedonia, prendono treni che li portano alla frontiera con la Serbia. E’ un continuo assalto ai convogli, con episodi di violenza e incidenti. Un altro migrante, l’ultimo di una serie, è morto lunedì investito da un treno.
“Il mio sogno è portare mio figlio e mia moglie in un posto sicuro – dice Ahmed, siriano -. E trovare un lavoro per me. Non sto chiedendo assistenza all’Europa. Sono qualificato, non appena avrò il permesso potrò lavorare”.
Sono soprattutto siriani, afghani e iracheni. Hanno iniziato il loro viaggio da settimane o mesi, attraverso Turchia, Grecia o Bulgaria. Cercano di raggiungere la Serbia verso l’Ungheria e poi tenteranno di superare le recinzioni col filo spinato che Budapest sta costruendo al confine. L’agognata destinazione finale è lo spazio Schengen del nord Europa dove non ci sono più frontiere. Ma il loro tragitto è ancora lungo e pieno di insidie.