“Si vendono bene anche le ragazze di 14 anni, ma sono troppo imprevedibili e capricciose. Le più redditizie sono quelle sui 20 anni. Per adescarle bastano un vestito buono e una bella macchina. In otto ore ti fanno una cinquantina di clienti e finché possono comprarsi tutto quello che vogliono a loro sta bene così. Altrimenti scatta la minaccia di filmarle e far girare il video nel loro villaggio. E se proprio non funziona le rivendi: 800 euro nel peggiore dei casi, ma anche 2.000 o 3.000 a seconda delle ragazze”.
A parlare è un ex-trafficante di esseri umani che abbiamo incontrato in Romania. Nelle sue parole la radiografia di un fenomeno che le autorità stentano a contenere: complesso, sommerso, difficilmente riconoscibile, dicono.
E il risultato, aggiunge chi si batte sul campo, è che siamo sempre un passo indietro a criminali sempre più rapidi nell’adattarsi e riorganizzarsi. Eppure la legislazione europea c‘è ed è anche molto avanzata, replicano da Bruxelles. Il problema è metterla in pratica.
Di tutto questo parliamo con un ex-trafficante di esseri umani e con i nostri ospiti:
- Myria Vassiliadou, coordinatrice della lotta al traffico degli esseri umani per conto dell’Unione Europea;
- Glyn Lewis dell’Interpol;
- Iana Matei, direttrice della ONG “Reaching Out Romania”, che interviene in sostegno delle ex-vittime di traffico degli esseri umani.