Se una sostanza pericolosa fuoriesce dal vostro rubinetto, potreste essere vittime indirette di un reato ambientale. In questo episodio di The Road to Green, incontriamo persone in Slovacchia e Romania che lavorano per consegnare i colpevoli alla giustizia.
Secondo l'INTERPOL, i crimini ambientali sono la terza forma di criminalità organizzata più diffusa al mondo e causa di perdite finanziarie stimate tra i 102 e i 261 miliardi di euro all'anno in tutto il mondo. Questa cifra cresce del 5-7% ogni anno.
I reati includono l'inquinamento illegale dell'aria, dell'acqua e del suolo, la gestione illecita dei rifiuti, il commercio illegale di fauna selvatica e la distruzione degli habitat. Questi reati possono avere gravi ripercussioni sulla salute umana e sull'economia.
Paesi e cittadini alzano la voce
A un anno dall'entrata in vigore di una nuova direttiva europea sui reati ambientali, Euronews si è recata in Slovacchia, nel sito di una ex discarica dove era stata perpetrata una gestione illegale dei rifiuti. I reati legati ai rifiuti sono noti per essere causa di gravi danni nel Paese.
I residenti della città vicina e le ONG hanno allertato le autorità, che hanno avviato le indagini e chiuso la discarica. I sospetti, accusati di aver utilizzato organizzazioni legali per compiere queste attività, devono ora essere processati.
Siamo poi andati in Romania, dove si trova gran parte delle foreste primarie europee, per osservare la lotta delle autorità e della società civile contro il disboscamento illegale. Si stima che la metà di tutti gli alberi abbattuti provenga da disboscamenti illegali.
In risposta a questo fenomeno, la Romania ha sviluppato un sistema pionieristico di tracciabilità del legno che consente ai cittadini di verificare la legalità delle spedizioni. Altri progetti utilizzano tecnologie come le immagini satellitari per evidenziare le violazioni del codice forestale.
Armonizzare l'applicazione della legge
Individuare e perseguire i criminali ambientali richiede notevoli conoscenze e risorse. Alcuni Paesi dispongono di migliaia di agenti di polizia e magistrati specializzati, mentre altri destinano meno risorse.
Una versione aggiornata della Direttiva europea sui reati ambientali estende l'elenco dei reati previsti dalla legislazione nazionale degli Stati membri e include misure volte ad armonizzare l'applicazione della legge in tutta l'Unione.
Le nuove categorie di reato includono il riciclaggio illegale di navi, l'estrazione illegale di acqua, i reati legati a sostanze chimiche e mercurio e il commercio illegale di legname.
Se uno qualsiasi di questi atti causa gravi danni all'ambiente, sarà considerato un reato qualificato e soggetto a sanzioni più severe. La direttiva stabilisce un sistema progressivo di pene detentive e introduce nuovi metodi di sanzioni pecuniarie.
La direttiva mira inoltre a migliorare l'efficacia di tutte le autorità di contrasto, assegnando risorse, formazione specializzata e meccanismi di cooperazione all'interno degli Stati membri.
Il principio "chi inquina paga" è al centro della politica ambientale dell'UE. Secondo uno studio della Commissione europea, il 92% degli europei ritiene che le aziende inquinanti debbano pagare i costi di disinquinamento.