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Il Perù modifica la legge e facilita la deforestazione dell'Amazzonia: gli indigeni si oppongono

Alberi abbattuti si trovano in vista del Parco nazionale Cordillera Azul, sullo sfondo della comunità di Chambira, nell'Amazzonia peruviana, ottobre 2022.
Alberi abbattuti si trovano in vista del Parco nazionale Cordillera Azul, sullo sfondo della comunità di Chambira, nell'Amazzonia peruviana, ottobre 2022. Diritti d'autore  AP Photo/Martin Mejia
Diritti d'autore AP Photo/Martin Mejia
Di Steven Grattan Agenzie: AP
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Un emendamento alla legge forestale peruviana elimina i controlli statali e rischia di legittimare la deforestazione illegale. Protestano indigeni e Ong

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In Perù un emendamento approvato a marzo alla legge sulle foreste e la fauna selvatica sta facendo esplodere la protesta di attivisti ambientali e comunità indigene. Secondo le organizzazioni della società civile, la norma apre le porte a una massiccia legalizzazione della deforestazione illegale, minacciando sia la biodiversità che i diritti delle popolazioni native.

Il provvedimento elimina l’obbligo per agricoltori e aziende di ottenere l’autorizzazione statale prima di convertire i terreni forestali ad altri usi. Un cambio drastico rispetto alla legge del 2011, che prevedeva studi di impatto ambientale e controlli governativi.

"Privatizzazione" delle foreste e impatto costituzionale

"È una riforma molto preoccupante", afferma Alvaro Masquez Salvador, legale dell'Istituto di difesa legale del Perù. "Le foreste non sono proprietà privata, ma patrimonio della nazione".

Sebbene la Corte Costituzionale peruviana abbia riconosciuto che le comunità indigene avrebbero dovuto essere consultate, ha comunque lasciato intatta la parte più controversa dell’emendamento: quella che convalida retroattivamente i cambi d’uso del suolo illegali.

Secondo l’avvocato ambientalista César Ipenza, "la Corte ha ammesso la violazione dei diritti indigeni, ma ha comunque approvato la disposizione più pericolosa".

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Foresta amazzonica a rischio: uno dei polmoni verdi del pianeta

Il Perù ospita oltre 70 milioni di ettari di foresta amazzonica, il 60 per cento del suo territorio, seconda solo al Brasile. Queste foreste, fondamentali per la lotta al cambiamento climatico, assorbono enormi quantità di CO2 e sono abitate da oltre 50 popoli indigeni, alcuni in isolamento volontario.

La nuova legge potrebbe legittimare gli interessi di chi ha deforestato illegalmente, accelerando un processo già allarmante e compromettendo la capacità del Paese di proteggere i propri ecosistemi.

Agrobusiness, miniere e narcotraffico: alleanze contro l’ambiente

Dietro l’emendamento, osservano gli analisti, si cela una convergenza tra interessi legittimi e illegali: agrobusiness, accaparratori di terre, estrattori minerari non autorizzati e narcotrafficanti.

“È una coalizione informale, ma potente”, spiega Vladimir Pinto di Amazon Watch. Anche piccoli e medi agricoltori, temendo per i diritti di proprietà sulle loro terre, si sono uniti a questa pressione politica.

Un fenomeno che ricorda da vicino quanto accaduto in Brasile sotto Jair Bolsonaro, con la spinta a deregolamentare l’accesso alla terra a favore dell’agroindustria.

Il governo peruviano cita l’Ue, ma Bruxelles smentisce

Secondo la Ong Environmental Investigation Agency, il governo di Lima starebbe sostenendo che le modifiche servono per adeguarsi al nuovo regolamento Ue contro la deforestazione. Ma dall’Unione europea arriva la smentita.

Olivier Coupleux, capo della sezione economica dell’Ue in Perù, ha ribadito che l’obiettivo del regolamento è garantire la tracciabilità dei prodotti come legno, caffè e cacao, non cambiare le leggi nazionali.

"Legalizzare ciò che era illegale manda un messaggio sbagliato ai mercati globali", ha commentato Julia Urrunaga, della Eia.

Popoli indigeni pronti a ricorrere alla giustizia internazionale

Con le vie legali nazionali ormai esaurite, le comunità indigene peruviane e le ONG si preparano a portare il caso davanti a organismi internazionali, denunciando la minaccia ai loro diritti, territori e stili di vita.

“Abbiamo sempre protetto la nostra terra, e con essa il pianeta”, ha dichiarato Julio Cusurichi, leader dell’Associazione Interetnica per lo Sviluppo della Foresta Pluviale. “Questa legge favorisce l’accaparramento di terre e distrugge anni di lotta per la tutela ambientale”.

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