Un animale migratore su cinque è a rischio di estinzione: il rapporto dell'Onu

Una megattera si immerge al largo di Port Stephens, in Australia.
Una megattera si immerge al largo di Port Stephens, in Australia. Diritti d'autore AP Photo/Mark Baker
Diritti d'autore AP Photo/Mark Baker
Di Rosie Frost
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Secondo le Nazioni Unite un animale migratore su cinque è a rischio estinzione. La presenza di questi animali è un importante indicatore dei cambiamenti ambientali e climatici dato che svolgono anche un ruolo fondamentale nel mantenimento degli ecosistemi del nostro pianeta

PUBBLICITÀ

Ogni anno miliardi di animali compiono lunghi viaggi migratori, attraversando paesi e continenti. Alcuni percorrono migliaia di chilometri per trovare cibo e riprodursi.

Finora non esistevano dati completi sullo stato di conservazione e sulle tendenze della popolazione di questi animali, ma grazie a un rapporto pubblicato dall'Onu, per la prima volta ci sono prove inconfutabili dei pericoli che corrono queste specie migratorie. È stato appena pubblicato un rapporto incentrato su 1.189 specie animali riconosciute come bisognose di protezione internazionale ed elencate nell'ambito della Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie della fauna selvatica (Cms), un trattato delle Nazioni Unite sulla biodiversità.

Sebbene la condizione di alcune specie migratorie sia migliore rispetto a qualche anno fa, è emerso che per quasi la metà delle specie analizzate (44%) si registra un calo del numero di esemplari. Più di una specie su cinque tra quelle elencate nel Cms è a rischio di estinzione.

Data la situazione precaria di molti di questi animali, non possiamo permetterci di indugiare ancora e dobbiamo lavorare insieme per applicare alla realtà i consigli degli esperti.
Inger Andersen
Direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente

Settanta di questi animali migratori, tra cui l'aquila della steppa, il capovaccaio e il cammello selvatico, sono ora più in pericolo rispetto a trent' anni fa.

L'aspetto più preoccupante è che quasi tutte le specie ittiche elencate, compresi squali e razze, sono ad alto rischio di estinzione. Gli esemplari di queste specie sono diminuiti del 90 per cento rispetto agli anni Settanta.

Quali sono le principali minacce per le specie migratorie?

Il rapporto delle Nazioni Unite evidenzia che le due maggiori minacce per gli animali migratori sono causate dalle attività umane.

Tre su quattro sono stati colpiti dalla perdita, dal degrado e dalla frammentazione del loro habitat. Sette su dieci sono minacciati da un eccessivo sfruttamento da parte degli umani.

Il rapporto ci mostra chiaramente che le attività umane stanno mettendo a rischio il futuro delle specie migratorie.
Inger Andersen
Direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente

Queste cifre riguardano solo le specie elencate nel trattato dell'Onu e il rapporto afferma che altre 399 specie migratorie sono minacciate o quasi di estinzione.

"Il rapporto ci mostra chiaramente che le attività umane stanno mettendo a rischio il futuro delle specie migratorie, creature che non solo agiscono come indicatori del cambiamento ambientale, ma svolgono un ruolo integrale nel mantenere la funzione e la resilienza dei complessi ecosistemi del nostro pianeta", afferma Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente.

"La comunità globale ha ora l'opportunità di tradurre queste ultime conoscenze scientifiche sulle pressioni cui sono sottoposte le specie migratorie in azioni concrete per proteggere la fauna. Data la situazione precaria di molti di questi animali, non possiamo permetterci di indugiare ancora e dobbiamo lavorare insieme per applicare alla realtà i consigli degli esperti".

Possiamo ancora salvare le specie migratorie dal rischio estinzione?

Sebbene la situazione sia preoccupante, gli autori del rapporto affermano che possiamo ancora cambiare le cose.

A Cipro, gli sforzi di conservazione coordinati a livello locale hanno permesso di ridurre del 91 per cento le reti illegali per la cattura degli uccelli. In Kazakistan, il lavoro di conservazione ha permesso di salvare l'antilope Saiga, che era a rischio estinzione.

Un uccello impigliato in una rete usata dai bracconieri per intrappolare gli uccelli canori migratori, a Cipro.
Un uccello impigliato in una rete usata dai bracconieri per intrappolare gli uccelli canori migratori, a Cipro.AP Photo/Petros Karadjias, File

"Le specie migratorie hanno bisogno di vari habitat specifici in momenti diversi del loro ciclo di vita. Viaggiano regolarmente, a volte per migliaia di chilometri, per raggiungere questi luoghi", spiega Amy Fraenkel, segretario esecutivo della Cms, "e quando le specie attraversano i confini nazionali, la loro sopravvivenza dipende dagli sforzi di tutti i Paesi in cui si trovano. Questo importante rapporto contribuirà a sostenere le azioni politiche necessarie per garantire che le specie migratorie continuino a prosperare in tutto il mondo", aggiunge Fraenkel.

Mapiù della metà delle aree chiave della biodiversità identificate come importanti per le specie migratorie non gode di uno status di protezione. Le attività umane minacciano il 58 per cento di questi siti.

Una delle priorità, secondo il rapporto, è quella di mappare e adottare misure per proteggere i luoghi vitali che fungono da siti di riproduzione, alimentazione e sosta per le specie migratorie.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Specie in via d'estinzione, ecco l'elenco degli animali in pericolo nel 2023

L'Ue sta sacrificando il benessere degli animali per affrontare la crisi del costo della vita?

Clima, i ghiacciai austriaci spariranno tra meno di 50 anni: rapporto shock del Club alpino