Sono molti i personaggi famosi chiamati in causa in questi ultimi mesi per le loro emissioni. Tanti ricorrono alla compensazione delle emissioni di anidride carbonica. Ma questa pratica è efficace nella lotta al cambiamento climatico?
Per anni, le star che usavano jet privati sono state duramente criticate per il loro impatto ambientale. Ma ora le celebrità hanno trovato una soluzione per contenere i danni ambientali (e di immagine): acquistare crediti per compensare le proprie emissioni.
Certo, la compensazione continua a guadagnare terreno. Ma è davvero la strada giusta per un mondo più verde? O si tratta solo di un modo per fare greenwashing?
Come fanno le celebrità a compensare le loro emissioni?
L'uso dei jet privati produceuna quantità sproporzionata di emissioni di anidride carbonica. Uno studio dell'Institute for Policy Studies (IPS) ha dimostrato che, negli Stati Uniti, circa il 50% delle emissioni legate all'aviazione sono prodotte dal primo percentile di individui più ricchi.
Questi super-ricchi sono in gran parte anonimi magnati d'affari, ma tra loro ci sono anche molte delle star più amate dal pubblico. La popstar americana Taylor Swift, per esempio, è in testa alla lista delle personalità più inquinanti nel 2022.
Secondo la società Yard, la popstar avrebbe emesso 8.300 tonnellate cube (1.184 volte di più rispetto all'impronta di una persona media). Sebbene le sue emissioni siano diminuite nel 2023, alcune fonti l'hanno comunque inserita tra i più prolifici utilizzatori di jet privati dell'anno.
*Taylor Swift, tuttavia, non è l'unica star ad essere coinvolta.*Secondo uno studio condotto dal quotidiano britannico The Guardian, 200 persone hanno prodotto, secondo le stime, 415.518 tonnellate di CO2 tramite a 44.739 viaggi in jet privato nel solo 2023. Si tratta del*l'equivalente delle emissioni di circa 40.000 britannici in un anno medio.*
Tra le persone citate nella lista ci sono il patron di Amazon Jeff Bezos e le star del rock Rolling Stones, ma anche delle personalità del mondo dello spettacolo che hanno sempre dichiarato di avere a cuore le questioni ecologiche. "La temperatura della Terra sta diventando sempre più calda. Il livello dei mari si sta innalzando, le calotte glaciali si stanno riducendo", ha dichiarato la mega-star dei reality Kim Kardashian in una recente campagna, senza peli sulla lingua, per la sua nuova linea di lingerie. Ma Kim e la sua sorellastra miliardaria, Kylie Jenner, fanno entrambe parte dei maggiori utilizzatori di jet privati.
Ma in un'epoca in cui la reputazione ambientale è particolarmente importante per le celebrità, una notizia del genere è naturalmente considerata come una macchia da cancellare. Il rappresentante di Taylor Swift, per esempio, ha dichiarato di aver "acquistato più del doppio dei crediti di carbonio necessari per compensare tutti i viaggi del tour".
Dalle energie rinnovabili alla riforestazione: la compensazione delle emissioni di carbonio e i "crediti", spiegati
Taylor Swift ha contribuito a portare alla ribalta la compensazione delle emissioni di carbonio, ma questa pratica esiste da decenni. La sua storia risale infatti al 1989, quando fu lanciato il primo programma agroforestale in Guatemala.
Tradizionalmente, la compensazione consiste nell'acquisto di crediti certificati da un organismo affidabile (governativo o indipendente) per finanziare diverse iniziative volte a ridurre la CO2 nell'atmosfera.
Tra queste vi sono gli investimenti in energie rinnovabili, come l'energia solare, idroelettrica ed eolica; la riforestazione e la conservazione; i progetti volti ad aiutare le comunità impoverite a ridurre le proprie emissioni, ad esempio fornendo acqua pulita alle famiglie in Etiopia.
Probabilmente vi sarete imbattuti anche voi in questa pratica; le compagnie aeree, ad esempio, offrono spesso la possibilità di compensare le miglia percorse in aereo (anche se, a quanto pare, solo l'1-3% dei passeggeri accetta l'offerta). Anche le aziende si affidano alla compensazione per ridurre la loro impronta, così come all'"insetting", in cui gli sforzi per ridurre le emissioni sono compiuti internamente.
La compensazione delle emissioni di anidride carbonica è diventata un'attività redditizia, cha vale oltre 306,9 miliardi di euro nel 2022. Il mercato continua a crescere e si stima che raggiungerà oltre 1.400 miliardi di euro entro il 2028.
La compensazione è solo greenwashing? Il parere degli esperti
La compensazione delle emissioni di carbonio è davvero la strada da seguire per un mondo più verde? La maggior parte degli scienziati non sembra particolarmente convinta.
Il problema principale è che, nonostante i potenziali benefici di molti dei metodi impiegati nella compensazione delle emissioni di anidride carbonica, alla fine non si risolve il problema alla radice.
Il rimboschimento, ad esempio, può essere utile, ma non c'è alcuna garanzia che i nuovi alberi piantati vengano mantenuti, soprattutto in Paesi con paesaggi politici instabili. Inoltre, è difficile valutare quanta CO2 verrà effettivamente assorbita, rendendo la compensazione un'opzione da "ultima spiaggia", secondo il WWF.
"È difficile dimostrare se le compensazioni funzionano davvero", spiega a Euronews Green il dottor James King, scienziato del clima dell'Università di Sheffield. "La normativa è frammentaria e la scienza dimostra che è più importante evitare o ridurre le emissioni piuttosto che cercare di compensarle in seguito".
L'Ue ha già preso provvedimenti per impedire alle aziende di fare greenwashing per entrare nelle grazie del pubblico. L'anno scorso, il Parlamento europeo ha votato per vietare alle aziende di autodefinirsi "carbon neutral" solo grazie alle compensazioni.
Certo, le celebrità non sono certo totalmente responsabili di un problema strutturale come il cambiamento climatico, e i loro tentativi di compensare le emissioni sono almeno un passo nella giusta direzione.
Ma probabilmente le star dovrebbero usare la loro visibilità per predicare (e praticare) uno stile di vita a basse emissioni.
"Le star che vogliono dare il buon esempio dovrebbero mostrare come stanno riducendo direttamente le loro emissioni", afferma King, "non inquinando prima e cercando di rimediare poi".