Perché è importante ridurre l'inquinamento sottomarino generato dalle attività umane?

In collaborazione con The European Commission
Perché è importante ridurre l'inquinamento sottomarino generato dalle attività umane?
Diritti d'autore Image courtesy of the Laboratory of Applied Bio-Acoustics (LAB), Universitat Politècnica de Catalunya — BarcelonaTech
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Di Denis Loctier
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Un numero crescente di prove suggerisce che può colpire un'ampia gamma di animali marini e persino di piante: secondo gli scienziati sottopone a ulteriore stress la fauna marina, già minacciata da numerosi elementi antropici.

È una giornata fredda e ventosa al largo delle coste della Bretagna. Il sommozzatore scientifico Yann Fontana si prepara a immergersi nell'acqua gelida. Deve posizionare un dispositivo di registrazione del suono sul fondale marino. La procedura è parte dello studio condotto da un'esperta di bioacustica, Lucia Di Iorio, nell'ambito dei progetti di ricerca internazionali Trec e BiOcean5D. Il suo compito è di catturare i cosiddetti paesaggi sonori sottomarini lungo le coste europee.

Le registrazioni sonore, insieme ai campionamenti genetici, aiutano gli scienziati a comprendere meglio la biodiversità marina. Mentre Fontana effettua le sue registrazioni, diverse navi stanno passando nelle vicinanze. Che effetto ha questo rumore artificiale sull'ecosistema? Il sommozzatore riemerge con un idrofono, che da tempo cattura il paesaggio sonoro di una foresta di alghe. Per ascoltare le registrazioni bisogna andare al laboratorio del centro di ricerca marina di Roscoff.

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Lucia Di Iorio, esperta in bioacustica, sta conducendo un esperimento di laboratorio per verificare se il rumore sottomarino può influenzare il fitoplanctonEuronews

Di Iorio ascolta l'oceano da oltre 15 anni, nella speranza che i dati raccolti aiutino a preservare ecosistemi delicati. Nelle registrazioni trova suoni familiari, sia di origine naturale che umana. "Il traffico navale compromette la comunicazione degli animali - dice Di Iorio -. È come se si vivesse vicino a un'autostrada, o a una strada trafficata, con le auto che passano in continuazione: è fastidioso per noi, ma lo è anche per gli animali che vivono in quell'ambiente".

Gli scienziati sono sempre più allarmati dall'inquinamento acustico sottomarino: sottopone a ulteriore stress la fauna marina, già minacciata da numerosi elementi antropici. Un numero crescente di prove suggerisce che l'inquinamento acustico può colpire un'ampia gamma di animali marini e persino di piante.

Di Iorio sta conducendo un esperimento di laboratorio per verificare se i suoni sottomarini possano influenzare il fitoplancton. Se anche questi organismi microscopici sono danneggiati dal rumore, ciò significa che le conseguenze dell'inquinamento acustico possono riverberarsi nell'intera rete alimentare, colpendo creature marine grandi e piccole. 

È risaputo che i suoni subacquei sono essenziali alle balene e ai delfini per orientarsi, localizzare il cibo e comunicare. Per questo motivo ricercatori come Michel André, che dirige il laboratorio di Bioacustica Applicata dell'università politecnica della Catalogna, fino a poco tempo fa concentravano principalmente sui mammiferi marini.

André spiega che le ricerche condotte dai suoi colleghi negli ultimi dieci anni hanno ampliato notevolmente la nostra comprensione del problema. È ormai chiaro che gli effetti nocivi dell'inquinamento acustico negli oceani vanno ben oltre i delfini e le balene, e per affrontare efficacemente il problema potrebbe essere necessario un monitoraggio globale continuo del rumore sottomarino.

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Il rumore generato dall'uomo crea una "nebbia acustica" sottomarina che può disorientare gli animaliEuronews

"Abbiamo scoperto che altre specie, in particolare gli invertebrati - cefalopodi, crostacei, meduse, barriere coralline: migliaia e migliaia di specie - stavano soffrendo probabilmente più dei cetacei - dice André -. Questo ha cambiato totalmente il modo in cui affrontiamo gli effetti del rumore nell'ambiente marino".

Basandosi sui risultati del progetto di ricerca europeo Lido, il laboratorio di André ha dispiegato una vasta rete di stazioni acustiche marine. Il rumore generato dall'uomo con i trasporti marittimi, la costruzione di parchi eolici, le operazioni industriali o militari crea una "nebbia acustica" sottomarina che può disorientare gli animali. "L'inquinamento acustico minaccia l'equilibrio dell'oceano - dice André -. Dobbiamo agire per invertire gli effetti negativi che abbiamo causato, senza nemmeno sapere che stavamo contaminando l'oceano con i suoni".

Come ridurre il rumore sottomarino?

Il fiume Elba, vicino al porto di Amburgo, è una rotta di navigazione molto trafficata che passa vicino a banchi di sabbia con una grande popolazione di foche. Questa vicinanza permette agli scienziati di osservare come questi animali reagiscono al rumore e di suggerire soluzioni per rendere le navi più silenziose.

Utilizzando un'antenna radio, Joseph Schnitzler, ricercatore dell'Istituto per la ricerca sulla fauna selvatica terrestre e acquatica di Hannover, localizza un transponder nel fiume. Il dispositivo era attaccato a una delle foche e si è staccato automaticamente. "Grandi navi container arrivano ogni giorno al porto e fanno molto rumore - dice Schnitzler -. È ciò che stiamo registrando con questo transponder: era attaccato a una foca una settimana fa".

Il dispositivo sul dorso della foca registrava sia i movimenti dell'animale che il livello di rumore intorno ad esso. Le foche in questa zona si affidano ai suoni per catturare le prede, perché la visibilità nelle acque del fiume è scarsa. I dati dei transponder mostrano che le foche sembrano essere disturbate dalle grandi navi. Il rumore delle eliche e dei motori sembra interrompere la loro attività di caccia. Ma come si possono utilizzare queste informazioni per rendere le navi più silenziose?

"Servirebbe un un mix di soluzioni tecniche, come la modifica del design delle eliche, e di cambiamenti funzionali, come la riduzione della velocità delle navi o la deviazione di una corsia di navigazione", dice Schnitzler.

Gli scienziati del progetto europeo Saturn stanno studiando aspetti sia biologici che ingegneristici per cercare ridurre il rumore. "Abbiamo la possibilità di cambiare rapidamente le cose, in un modo che non è possibile con l'inquinamento chimico o con la microplastica nei mari - conclude Schnitzler -. Le soluzioni sono molto vicine, a portata di mano".

Video editor • Jean-Christophe Marcaud

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