La lotta contro il cambiamento climatico passa dalle grandi navi

In collaborazione con The European Commission
La lotta contro il cambiamento climatico passa dalle grandi navi
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Di Denis Loctier
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Il trasporto marittimo emette più CO2 di un intero paese. Se l'Europa punta a diventare il primo continente climaticamente neutro, è importante che le sue navi non restino arenate.

Le grandi navi emettono più CO2 di un intero paese come la Germania. Se non fosse per le innovazioni tecnologiche e una maggiore efficienza, l'espansione del settore rischierebbe di vedere la propria impronta ambientale più che raddoppiata nei prossimi decenni. Se l'Europa punta a diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050, le sue navi riusciranno a starle dietro?

Le navi, una delle maggiori fonti d'inquinamento

Le grandi navi sono fra le fonti più inquinanti del pianeta, ma le nuove tecnologie stanno contribuendo a combattere questa piaga.

Lo vediamo ad esempio in un sito di monitoraggio vicino al porto di Amburgo, da dove un drone appositamente attrezzato viene diretto verso una nave. Posizionato nei pressi del fumaiolo, il drone analizza i gas di scarico in tempo reale. Un nuovo metodo che viene utilizzato sempre più spesso dalle autorità costiere di diversi paesi dell'Unione europea, perché, spiega l'ingegnere chimico Jon Knudsen, "Un drone è l'ideale per posti come questo, molto vicini alla riva. È facile raggiungere il pennacchio di fumo della nave e trovare il punto giusto per eseguire l'analisi. Possono aiutare fornendo informazioni su che tipo di carburante le navi stanno bruciando".

E identificare il carburante è importante. Le ultime normative europee e internazionali vietano gli oli combustibili ad alto contenuto di zolfo, migliaia di volte più dannosi per il sistema respiratorio umano rispetto al diesel per i camion.

Strumenti precisi per combattere l'inquinamento

I ricercatori del progetto europeo Scipper stanno studiando una serie di tecniche innovative di misurazione dell'inquinamento, dai droni ai sensori costieri di nuova generazione fino ai satelliti spaziali, per accertarsi che tutti gli strumenti producano indicazioni precise su cui fare affidamento per garantire il pieno rispetto delle normative. Per il coordinatore del progetto, Leonidas Ntziachristos, "Idealmente dovremmo poter disporre di diverse tecniche consolidate e installare in tutti i principali porti d'Europa, ma anche del mondo, stazioni di monitoraggio come questa, in modo da essere sicuri che tutte le navi operino con il carburante autorizzato, e che i loro motori siano tarati sul livello di emissioni previsto".

Esistono anche sensori fissi che, posizionati lungo le coste e sui ponti, possono monitorare il traffico 24 ore su 24 e identificare vari tipi di inquinanti provenienti dalle navi di passaggio.

Regole rispettate, aria più pulita

La qualità dell'aria sta migliorando grazie ad azioni dell'Unione europea come le limitazioni imposte nel 2015 alle emissioni di zolfo nel Baltico e nel Mare del Nord.

"E a quel punto - interviene Johan Mellqvist, Professore di telerilevamento ottico - la grande domanda era: come imporre il rispetto delle regole? Perché in realtà non seguendole si possono fare un sacco di soldi. Ma abbiamo visto un graduale miglioramento. Per esempio, qui intorno al fiume Elba, è forse l'uno per cento che supera il limite, o anche meno. Lo vediamo anche all'ingresso del Mar baltico. Anche lì le regole vengono rispettate".

Con meno ossidi di zolfo nell'aria, i residenti delle coste possono tirare un sospiro di sollievo. Ma il trasporto via nave rimane un problema, poiché è da qui che deriva il 2-3 per cento delle emissioni totali di CO2. Se non cambia qualcosa, con l'espansione del settore l'impronta ambientale delle navi potrebbe triplicare entro il 2050.

"Dobbiamo raggiungere le emissioni zero nel trasporto per via navigabile"

Per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, la navigazione deve diventare molto più pulita. Molto deve cambiare nella progettazione e nella costruzione delle navi, nel modo di alimentarle e gestirle e nella maniera in cui interagiscono con i porti. Ne parliamo con Jaap Gebraad direttore esecutivo di Waterborne, la piattaforma europea di ricerca e innovazione per i settori dell'acqua. Vediamo progressi nelle emissioni di zolfo grazie a combustibili marini più puliti, ma rispetto all'impatto climatico del trasporto su acqua, le navi possono produrre meno CO2 e altri gas serra?

"Tecnicamente è del tutto possibile produrre meno emissioni di gas serra, ma anche meno inquinanti atmosferici o inquinanti dell'acqua e rumore, ma stiamo anche lavorando su soluzioni economicamente sostenibili. Uno degli esempi che sta attirando attenzione sono i traghetti elettrici, perché trasportano passeggeri. Ma abbiamo ancora molta strada da fare prima che tutti i tipi di imbarcazione navighino senza produrre emissioni".

Lei parla con diversi stakeholder europei in questo settore. C'è consenso sulle tecnologie su cui puntare per rendere il trasporto marittimo più verde?

"C'è consenso sul fatto che dobbiamo raggiungere le emissioni zero nel trasporto per via navigabile. A complicare le cose, tecnicamente, sono i vari tipi di navi. In alcuni segmenti, più specificamente nel trasporto su distanze più brevi, la propulsione a energia elettrica potrebbe essere una soluzione. Ma per le lunghe distanze stiamo considerando ad esempio l'idrogeno verde, l'ammoniaca verde, ma anche la propulsione assitita dal vento. Qundi alla fine sarà necessario un mosaico di misure per raggiungere le emissioni zero nel trasporto per via navigabile entro il 2050".

Il vento, tecnologia all'avanguardia

La propulsione assistita dal vento potrebbe non sembrare un'idea particolarmente nuova nella navigazione, ma il traghetto che copre la rotta Turku-Stoccolma utilizza una tecnologia all'avanguardia, resa commercialmente praticabile solo grazie a materiali compositi leggeri. A far muovere la nave è un cilindro rotante, una "vela a rotore" o turbovela. Tuomas Riski, Ceo di Norsepower, spiega come funziona: "Non sembra, ma è una vela meccanica. In condizioni di vento favorevoli, spinge la nave in avanti, riducendo il carico del motore principale, il consumo di carburante e le emissioni. Si basa su quello che in fisica è chiamato effetto Magnus. Facciamo ruotare il cilindro con un motore elettrico interno, il cilindro fa ruotare l'aria e con il vento che l'attraversa provoca una differenza di pressione, ed è questo che spinge la nave in avanti".

La Viking Grace, che è stata definita "la nave più ecologica e silenziosa del Baltico", utilizza diverse modalità per ridurre le emissioni. È una delle prime navi della regione a funzionare con gas naturale liquido. Il suo itinerario e il consumo di energia a bordo sono stati ottimizzati in modo da consumare meno carburante. La turbovela è ancora in fase di test, ma sembra contribuire a una navigazione più pulita, dice il capitano della nave, Magnus Thörnroos: "Naturalmente il vantaggio principale è che possiamo risparmiare carburante e ridurre al minimo le emissioni, è questo l'obiettivo. E funziona. Non saprei dire esattamente quanto risparmiamo, ma penso che sia fra il 2 e il 5 per cento. Siamo ancora in fase di valutazione e di test".

Norsepower, l'azienda finlandese creatrice delle turbovele, finora ne ha installate su quattro navi e sta lavorando su altre due. Riski sostiene che la tecnologia è molto richiesta, e che, se applicata a livello mondiale, può fare la differenza: "La nostra ambizione è di dotare di questa tecnologia fino a 30 mila navi in tutto il mondo, e secondo rapporti verificati da enti indipendenti, sembra che sia possibile ridurre le emissioni totali del trasporto marittimo nel mondo di quasi il 10 per cento solo con questa tecnologia".

Velocizzare le operazioni portuali per rallentare la navigazione

Un altro esempio di come le nuove tecnologie possano migliorare la qualità dell'aria nelle vicine aree residenziali è il terminal base di Viking Grace, il porto di Turku. Su tutti i camion ora viene effettuata una scansione automatica in modo da caricare il traghetto più velocemente. Nel porto un nuovo sistema di ormeggio automatico, ottenuto grazie a finanziamenti europei, è attualmente in fase di installazione. In che modo questo ha un impatto sulle emissioni? Risponde il direttore tecnico del porto, Markku Alahäme: "Risparmiando tempo qui in porto, c'è meno bisogno di correre lungo il percorso. Riducendo la velocità, si riducono le emissioni".

Un progetto di strategia dell'Organizzazione marittima internazionale impone al settore della navigazione in tutto il mondo di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050. Un obiettivo sempre più vicino grazie alle nuove tecnologie e a una migliore efficienza.

Journalist • Selene Verri

Risorse addizionali per questo articolo • Versione italiana: Selene Verri

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