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Belgio: 170 artisti chiedono di boicottare la partecipazione all'Eurovision 2026

Manifestanti tengono uno striscione durante una manifestazione pro-palestinese per l'esclusione di Israele dall'Eurovisione - 2024
Manifestanti tengono uno striscione durante una manifestazione pro-palestinese per l'esclusione di Israele dall'Eurovisione - 2024 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di David Mouriquand
Pubblicato il
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Una petizione firmata da 170 artisti chiede alla rete pubblica belga di non trasmettere l'Eurovision. Secondo i firmatari la partecipazione di Israele è incompatibile con "gli obblighi etici e morali delle emittenti pubbliche"

Le polemiche sulla partecipazione di Israele all'Eurovision continuano dopo la conferma che il Paese parteciperà all'edizione dell'anno prossimo.

In Belgio circa 170 artisti e professionisti del settore della cultura hanno firmato una petizione che critica la decisione dell'emittente nazionale Rtbf di partecipare all'Eurovision 2026.

Gli artisti hanno denunciato il rischio che la competizione diventi una piattaforma per normalizzare le violazioni del diritto internazionale.

Le reti televisive nazionali di Spagna, Irlanda, Islanda, Paesi Bassi e Slovenia hanno rinunciato a trasmettere l'Eurovision, al contrario dell'Rtbf belga.

"Si tratta di una grave violazione degli obblighi etici e morali delle emittenti pubbliche", si legge nella petizione, come riportato dal quotidiano belga La Libre.

La petizione accusa Israele di fare "art-washing"

I firmatari sostengono che la decisione di consentire a Israele di competere sia in contrasto con la rapida esclusione della Russia da parte dell’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu) dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022, evidenziando quello che definiscono un doppio standard.

La petizione accusa inoltre Israele di sfruttare eventi culturali a fini politici (il cosiddetto art-washing). "Da anni il governo israeliano utilizza grandi eventi artistici e culturali a scopi propagandistici per distogliere l’attenzione dal suo regime di occupazione, colonizzazione e apartheid nei confronti del popolo palestinese", si legge.

"La partecipazione all’Eurovision consente a Israele di mantenere l’illusione di essere una moderna ed esemplare democrazia occidentale e quindi di nascondere più facilmente le proprie azioni criminali".

Gli artisti belgi chiedono alla Rtbf di non trasmettere l'Eurovision

La petizione chiede alla Rtbf di non trasmettere l'edizione 2026 dell'Eurovision e di "onorare la sua missione di servizio pubblico".

Il direttore della competizione, Martin Green, ha risposto: "In un mondo difficile possiamo davvero essere uniti dalla musica".

I critici hanno sottolineato l’ipocrisia dell'Ebu, visto che il contest musicale si vanta di mantenere una neutralità politica ma ha comunque bandito la Russia nel 2022, pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina.

Il vincitore dell'Eurovision dell'anno scorso, Nemo, ha annunciato di voler restituire il trofeo, una mossa seguita dal vincitore dell'Eurovision del 1994, Charlie McGettigan.

L'Austria non proibirà la bandiera palestinese all'Eurovision 2026

La scorsa settimana l’emittente pubblica austriaca Orf, che ospiterà il prossimo Eurovision Song Contest, ha confermato che non proibirà la bandiera palestinese tra il pubblico né censurerà eventuali fischi rivolti all’esibizione di Israele.

"Consentiremo tutte le bandiere ufficiali esistenti nel mondo, purché rispettino la legge e determinati requisiti, come dimensioni e rischi per la sicurezza", ha dichiarato il produttore esecutivo dello show, Michael Kroen.

"Non edulcoreremo nulla e non nasconderemo ciò che accade, perché il nostro compito è mostrare le cose per quello che sono".

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