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Navalnaya chiede all'Italia di annullare concerto direttore Gergiev a Caserta: "Complice di Putin"

Il direttore d'orchestra russo Valery Gergiev, a capo del Teatro Bolshoi di Mosca da dicembre 2023, con il presidente russo Vladimir Putin, 30 gennaio 2018
Il direttore d'orchestra russo Valery Gergiev, a capo del Teatro Bolshoi di Mosca da dicembre 2023, con il presidente russo Vladimir Putin, 30 gennaio 2018 Diritti d'autore  Mikhail Klimentyev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP
Diritti d'autore Mikhail Klimentyev, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP
Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La moglie del defunto oppositore russo Alexei Navalny ha chiesto a gran voce che il concerto del celebre direttore d'orchestra russo, notoriamente molto vicino al presidente russo, venga annullato. Il ministro della Cultura le dà ragione, ma il presidente della Regione Campania si rifiuta

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"Sono obbligata a dirlo. C'è un grosso problema con il festival Un'estate da Re", la rassegna musicale ospitata dalla Reggia di Caserta dal 19 al 31 luglio.

Il problema, denuncia questo martedì con un intervento sul quotidiano La Repubblica Julija Navalnaya, la moglie del defunto oppositore russo Alexei Navalny, è la presenza del celebre direttore d'orchestra russo Valery Gergiev, notoriamente molto vicino al presidente russo Vladimir Putin.

"Non solo un amico. E non solo un sostenitore. Ma anche un promotore della politica criminale di Putin, suo complice e fiancheggiatore", scrive Navalnaya sul quotidiano, chiedendo agli italiani di essere "coerenti" con la posizione che hanno mantenuto finora nella guerra d'invasione russa contro l'Ucraina e perciò di annullare il concerto di Gergiev, previsto per la serata del 27 luglio.

"È un direttore d'orchestra eccellente, ma è anche il lacché di Putin, il cantore della sua dittatura e della sua guerra, il suo ambasciatore culturale, continua l'oppositrice russa", stilando una lunga lista di episodi in cui Gergiev - attualmente direttore del Teatro Bolshoi di Mosca - ha appoggiato e contribuito con fervore al regime del Cremlino e alle sue politiche.

Pochi giorni fa la Fondazione Anticorruzione fondata da Navalny aveva chiesto che il concerto organizzato dalla Regione Campania venisse annullato, invitando il ministro dell'Interno italiano a vietare l'ingresso di Gergiev nel Paese.

La questione ha scatenato rapidamente una polemica politica e istituzionale in Italia, dividendo sia la maggioranza che l'opposizione.

Le reazioni della politica all'appello di Navalnaya

"L'arte è libera e non può essere censurata. La propaganda però, anche se fatta con talento, è un'altra cosa. Per questo motivo il concerto dell'amico e consigliere di Putin rischia di far passare un messaggio sbagliato", ammette il ministro della Cultura Alessandro Giuli, che però specifica che l'evento è stato voluto, promosso e pagato dalla Regione Campania, quasi a sollevarsi da qualsiasi responsabilità.

"L'Ucraina è una nazione invasa e il concerto di Gergiev può trasformare un appuntamento musicale di livello alto, ma oggettivamente controverso e divisivo, nella cassa di risonanza della propaganda russa. Ciò che per me sarebbe deplorevole", aggiunge.

Anche il Partito Democratico e il segretario di Azione Carlo Calenda chiedono di cancellare l'esibizione "del propagandista dello zar", ma il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca tira dritto.

"A noi non può essere rivolto nessun appello, siamo gli unici che da anni combattono per il cessate il fuoco, nel silenzio di tutti", dice, ricordando di avere "accolto migliaia di cittadini" ucraini e di avere dato abbastanza "prove di solidarietà".

Poi ricorre alla promozione del dialogo: "Non intendiamo accettare logiche di preclusione o di interruzione del dialogo, perché questo non aiuta la pace. Questo serve soltanto ad alimentare i fiumi dell'odio e allontana dalla pace". Per questo al festival sarà presente anche un maestro d'orchestra israeliano: "Non chiediamo agli uomini di cultura di rispondere delle scelte politiche dei loro Paesi".

Ma "qualsiasi tentativo di chiudere un occhio su chi sia Valery Gergiev al di fuori della sua attività di direttore d'orchestra e di fingere che questo sia semplicemente un evento culturale in cui non c'è politica, che lui sia semplicemente un grande artista, è ipocrisia", risponde già con il suo editoriale Navalnaya, che provocatoriamente rinomina il festival Un'estate da Ipocriti.

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