Il gruppo rap nordirlandese Kneecap finisce sotto inchiesta antiterrorismo dopo un video controverso: accuse di incitamento alla violenza, pressioni politiche per la cancellazione dai festival e le scuse alle famiglie Amess e Cox
Il trio rap nordirlandese Kneecap, noto per la sua musica provocatoria e l’attivismo politico, è finito al centro di una tempesta mediatica e giudiziaria. A seguito della diffusione di un video del novembre 2023, oggi sotto esame dell'unità antiterrorismo della polizia metropolitana di Londra, la band è accusata di aver incitato alla violenza contro i parlamentari conservatori. In particolare, uno dei membri avrebbe pronunciato durante un concerto la frase: “L’unico conservatore buono è un conservatore morto. Uccidete il vostro deputato locale.”
L’indignazione pubblica è esplosa quando Katie Amess, figlia del deputato conservatore Sir David Amess, accoltellato a morte nel 2021 da un estremista islamico, ha condannato apertamente il gruppo, definendo le parole “pericolose e violente”. Amess ha dichiarato di essere “sbalordita dalla stupidità” di chi si esprime con retorica così incendiaria in pubblico, chiedendo pubblicamente le scuse della band.
Le scuse dei Kneecap: “Mai voluto incitare alla violenza”
I Kneecap hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui respingono categoricamente le accuse di incitamento all’odio. “Un estratto di filmato, deliberatamente tolto dal contesto, viene ora strumentalizzato come se fosse una chiamata all’azione,” ha affermato il gruppo, sottolineando che il loro messaggio è sempre stato “di amore, inclusione e speranza”.
I tre membri – Móglaí Bap, Mo Chara e DJ Próvaí – hanno anche offerto scuse pubbliche alle famiglie di Sir David Amess e Jo Cox, la parlamentare laburista uccisa nel 2016, ribadendo che non era loro intenzione causare dolore: “Alle famiglie Amess e Cox inviamo le nostre più sentite scuse.”
Accuse politiche e campagna diffamatoria: il caso si infiamma
La vicenda ha preso una piega ancora più complessa dopo che alcuni politici britannici hanno chiesto la rimozione della band dai festival musicali estivi. La ministra conservatrice Kemi Badenoch ha chiesto esplicitamente che il gruppo sia perseguito penalmente, affermando che “la glorificazione del terrorismo e dell’odio anti-britannico non ha posto nella nostra società”.
Anche il primo ministro scozzese John Swinney si è espresso a favore della loro esclusione dal festival TRNSMT di Glasgow, mentre il leader del TUV Jim Allister ha scritto agli organizzatori del Glastonbury Festival chiedendo la cancellazione dell’esibizione del gruppo.
Nel frattempo, i Kneecap sostengono di essere vittime di una campagna di diffamazione coordinata, iniziata dopo aver espresso il loro sostegno alla causa palestinese. In una nota, la band ha ribadito la propria posizione: “Non sosteniamo e non abbiamo mai sostenuto Hamas o Hezbollah. Condanniamo tutti gli attacchi ai civili. Sempre.”
L’indagine continua, ma la band resta in cartellone nei festival
La situazione si è ulteriormente complicata dopo che è emerso un secondo video del novembre 2024, in cui un membro del gruppo avrebbe esclamato: “Su Hamas, su Hezbollah”, citando due organizzazioni classificate come terroristiche dal Regno Unito.
Un portavoce della Metropolitan Police ha confermato che il video è stato segnalato il 22 aprile e ora è oggetto di una valutazione da parte dell’Internet Referral Unit antiterrorismo, per determinare la necessità di ulteriori azioni investigative.
Nonostante le crescenti pressioni politiche e le indagini in corso, nessun membro della band è stato formalmente accusato di alcun reato. Al momento, le esibizioni dei Kneecap ai festival Glastonbury, TRNSMT e altri eventi estivi restano confermate.