Attivista polacca condannata per aiuto all'aborto

Attivisti per i diritti delle donne in protesta contro la severa legge anti-aborto della Polonia a Varsavia nel 2022
Attivisti per i diritti delle donne in protesta contro la severa legge anti-aborto della Polonia a Varsavia nel 2022 Diritti d'autore ASSOCIATED PRESS
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Di Saskia O'Donoghue
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Per Justyna Wydrzyńska otto mesi di lavori socialmente utili. Ha inviato la pillola abortiva a una donna vittima di violenza domestica

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Abortion without borders (AWB) ha aiutato oltre 1.800 persone ad accedere all'interruzione della gravidanza dall'inizio del conflitto in Ucraina, iniziato poco più di un anno fa.

AWB è un'iniziativa congiunta di sei organizzazioni di tutta Europa, che forniscono informazioni, supporto e accesso alle pillole abortive per chi ne ha bisogno, comprese le donne che devono recarsi in un altro paese per la procedura: cosa che si è spesso rivelata difficile, soprattutto a causa del limitato accesso all'aborto nei paesi vicini, come la Polonia.

All'inizio di marzo, un tribunale di Varsavia ha riconosciuto l'attivista Justyna Wydrzyńska colpevole di aver assistito un aborto durante la pandemia di Covid-19, condannandola a 30 ore di servizi alla comunità al mese per dieci mesi.

Secondo Amnesty International il processo di Wydrzyńska è il primo in Europa in cui un'attivista pro-aborto è stata accusata di aver fornito pillole abortive. Da quando è stata perseguita, è stato chiesto che le accuse contro di lei venissero ritirate e che l'accesso all'aborto fosse "completamente depenalizzato" in Polonia.

Abortion without borders

Tra i sei membri di AWB c'è l'Abortion Support Network (ASN) con sede in Gran Bretagna. Sam Smethers, il Ceo ad interim, ha spiegato che la rete è stata fondamentale nell'aiutare le persone provenienti dall'Ucraina devastata dalla guerra, che "si trovano ad affrontare circostanze estremamente complesse e difficili".

Al 24 febbraio 2023 - ossia un anno dopo l'invasione russa dell'Ucraina - AWB ha aiutato 1.814 donne ad accedere all'aborto. Alla maggior parte sono state somministrate pillole abortive e circa 30 ucraine sono state aiutate a recarsi in un altro paese europeo per ottenere l'interruzione di gravidanza.

Se l'aborto è legale in Ucraina fino alle 12 settimane, è molto più difficile accedere alla procedura successivamente a quel periodo, e lo è particolarmente durante la guerra.

AWB ha lavorato in collaborazione con l'organizzazione no-profit Women Help Women, che ha ricercatori in quattro continenti e si concentra sul sostegno all'aborto autogestito, piuttosto che chirurgico.

Grazie a AWB che ha fornito circa 40.000 confezioni di pillole abortive e 100.000 pillole del giorno dopo alle organizzazioni femministe che operano in Ucraina, Women Help Women ha aiutato tantissime donne.

LEGGI ANCHE: Aborto sicuro e libero, manifestazioni in tutta Europa

Un giorno nero per la Polonia

Il caso di Justyna Wydrzyńska ha dimostrato quanto siano rigide le leggi nella Polonia a maggioranza cattolica. L'attivista è una fondatrice di Abortion Dream Team - uno dei sei membri di AWB - e lavora assistendo le donne durante gli aborti e offrendo formazione e consigli non giudicanti su come ottenere un aborto sicuro.

Due anni fa, nel maggio 2021, il procuratore di Varsavia ha emesso un mandato per perquisire e confiscare qualsiasi oggetto nella casa di Wydrzyńska, dopo aver ricevuto informazioni sul suo coinvolgimento nell'aiutare una donna incinta che aveva bisogno di pillole durante la pandemia nel 2020. Wydrzyńska è stata accusata di aver fornito pillole abortive alla donna incinta, vittima di violenza domestica.

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Da sinistra a destra, i membri dell'Abortion Dream Team Kinga Jelinska, Justyna Wydrzynska e Natalia Broniarczyk durante una conferenza stampa a Bruxelles il 23 marzoLorne Cook/Copyright 2023 The AP. All rights reserved

Il primo giugno 2021, la polizia ha sequestrato pillole abortive - tra cui mifepristone e misoprostolo - un computer e telefoni cellulari appartenenti a Wydrzyńska e ai suoi due figli. È stata accusata nel novembre successivo di aver contribuito ad abortire e di possesso di medicinali senza autorizzazione allo scopo di immetterli sul mercato. Sia il mifepristone che il misoprostolo sono inclusi nell'elenco dei medicinali essenziali dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sebbene per i pubblici ministeri polacchi non siano autorizzati all'uso in Polonia.

La legislazione polacca sull'aborto è tra le più restrittive d'Europa. La procedura è consentita solo in caso di stupro, incesto o se la vita della donna incinta è in pericolo. La situazione è diventata ancora iù dura nell'ottobre 2020, quando il Tribunale costituzionale polacco ha stabilito che l'aborto per motivi di compromissione fetale grave era incostituzionale, eliminando così uno dei pochi motivi legali rimasti per l'interruzione. Prima di tale sentenza, più del 90% dei circa 1.000 aborti legali eseguiti ogni anno in Polonia aveva questa motivazione.

Amnesty International aveva chiesto che il processo di Wydrzyńska fosse respinto dal tribunale, mentre ASN afferma che più di 110.000 persone hanno inviato lettere al pubblico ministero chiedendo di far cadere le accuse contro di lei.

Il prossimo passo per Wydrzyńska è fare appello, ma è improbabile che venga ascoltato presto. La Polonia è in modalità campagna elettorale in vista delle elezioni previste per questo autunno. Secondo i sondaggi, il partito conservatore Legge e giustizia, che governa il paese dal 2015, ha il maggior numero di voti ma non la maggioranza in parlamento.

Sebbene la repressione del diritto all'aborto abbia scatenato le più grandi manifestazioni di piazza nella Polonia post-comunista, le posizioni profondamente conservatrici del partito al governo spesso incontrano il favore dell'elettorato.

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