Omaggio a Simone Veil all'Hôtel de Ville di Parigi

Omaggio a Simone Veil all'Hôtel de Ville di Parigi
Diritti d'autore Markus Schreiber/Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.
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In mostra a Parigi vita e battaglie di una delle più intense figure femminili del dopoguerra, Simone Veil

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La forza dei sopravvissuti ma anche la tensione verso il futuro, mai temuto.
Simone Veil, scampata all'Olocausto, politica francese e icona femminile del 'secolo breve', ha incarnato le tragedie ma anche le promesse della seconda metà del XX secolo.
L'Hôtel de Ville di Parigi le dedica una mostra dal titolo "Nous vous aimons, Madame".

Constance de Gaulmyn, co-curatrice della mostra, spiega cosa i visitatori troveranno: "Ci sono molti documenti inediti,  che vengono presentati al pubblico per la prima volta. Alcuni di essi sono riproduzioni, raccolte nei libri che sono stati pubblicati recentemente su Simone Veil. Ma ne sono stati trovati altri. E, qui, il visitatore avrà la possibilità di vederli nella loro forma originale, di prendersi il tempo di leggerli, di vedere come Simone Veil scriveva".

L'eccezionale mostra al municipio di Parigi propone quasi 500 testimonianze di una vita ricca di sfide terribili e di vittorie per la donna che fu anche la prima presidente del Parlamento europeo.

"Ho cominciato la mia vita con l'orrore", diceva lei: l'orrore a 16 anni dell'arresto da parte della polizia tedesca e la deportazione, con sua madre e una delle sue sorelle, nei lager nazisti, Auschwitz-Birkenau, Bobrek, Bergen-Belsen (aprile 1944-aprile 1945, un anno di calvario). Sua madre morì lì. Non seppe mai dove erano morti suo padre e suo fratello. Sua sorella sopravvisse. A ricordo di quel dolore, della permanenza nel campo di concentramento, Simone Veil ha conservato, indelebile, il numero 78651 sul suo braccio sinistro.

Dopo allora, Veil non ha voluto rinunciare più a niente della sua libertà - soprattutto la sua libertà di donna. Non ha mai saputo dove erano morti suo padre e suo fratello.

Fu una delle prime donne ad entrare nella magistratura, che era riservata agli uomini fino a dopo la guerra. La sua carriera di magistrato l'ha portata alla procura, all'amministrazione penitenziaria, alla segreteria generale del Consiglio superiore della magistratura, nel 1969 all'ufficio del ministro della giustizia, René Pleven, e poi, negli anni 1990, al Consiglio costituzionale.

Nominata ministro della sanità nel 1974 nel governo di Jacques Chirac, fece approvare il primo progetto di legge che riconosceva il diritto all'aborto in Francia. 

Nel 1979 è diventata presidente del primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale. Con un sogno: la riconciliazione franco-tedesca e la costruzione dell'Europa.

Quattro anni dopo la sua morte, le sue battaglie soprattutto per la dignità delle donne sono ancora attuali.

Il co-curatore dell'esposizione, Olivier Rosenberg, dipinge una figura poliedrica: "La gente potrà scoprire documenti che riflettono fondamentalmente le diverse sfaccettature della vita di Simone Veil: magistrato, ministro, eurodeputata, testimone dell'olocausto. E poi un'icona repubblicana, impegnata ad affermare che non ci fosse motivo per una differenza di trattamento tra uomini e donne".

La mostra sarà aperta al pubblico sino al 21 agosto.

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