Musica gnaoua, trance, ma anche rock e un pizzico di pazzia allo Gnaoua World Music Festival

Musica gnaoua, trance, ma anche rock e un pizzico di pazzia allo Gnaoua World Music Festival
Di Wolfgang Spindler
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A Essaouira la 22esima edizione del festival di musica gnaoua ha confermato un successo che ha un enorme impatto anche sull'economia locale

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Musica gnaoua e sonorità da tutto il mondo si sono date ancora una volta appuntamento a Essaouira, in Marocco, per la ventiduesima edizione dello Gnaoua World Music Festival.

Fra gli ospiti di primo piano, la musicista indo-britannica Susheela Raman, nota per le sue esibizioni dal vivo ispirate alle tradizioni musicali sacre dell’India e del Pakistan. Con lei sul palco c’era Maalem Hamid El Kasri, uno dei più famosi gnaoua del Marocco. La cantante e compositrice quarantacinquenne ha un rapporto particolare con la musica rituale. “Mi piace partecipare a collaborazioni interculturali - dice -, per me è eccitante essere qui in Marocco. La musica rituale mi affascina molto, trovo molto interessanti gli stati di trance, e questo influenza anche il modo in cui scrivo in inglese, quindi la trance è una parte molto importante della mia musica”.

Fra le grandi star internazionali, Tinariwen, un gruppo originario del Sahara la cui musica è considerata come un'espressione dei tuareg che lottano per l’indipendenza della regione settentrionale del Mali, come spiega il cofondatore Abdallah Ag Alohussyni: “Noi trasmettiamo il messaggio del nostro popolo tamashek del Sahara, al centro della nostra musica c’è la volontà di portare questo messaggio al mondo intero, spiegare un po’ chi sono i tuareg e quali sono i loro problemi”.

Il gruppo si è esibito accanto a Maalem Mustafa Baqbu, un habitué di duetti con nomi del calibro di Marcus Miller, Pat Metheny o Santana. Baqbu ha espresso la sua soddisfazione per il successo del festival: “La cultura Gnaoua è rimasta nell’ombra per molto tempo, ora è conosciuta a livello internazionale. Speriamo che le giovani generazioni raccolgano il testimone e spingano le barriere più in là, in modo che questa cultura continui a crescere”.

Fra I talenti marocchini presenti al festival, Nabyla Maan, di Fès, artista influenzata dalla musica tradizionale del Marocco, dalla canzone francese e dal jazz. All’età di diciannove anni è diventata la più giovane cantante araba e africana a esibirsi all’Olympia di Parigi. Il suo album del 2017, “Dalalu Al-Andalus” si è aggiudicato due premi ai Morocco Music Awards.

E poi, sempre tra i talenti locali, il gruppo Betweenatna. Niente a che fare con la musica tradizionale Gnaoua. O forse sì, azzarda un membro della band, Mohammed Laabidi: "Quel che potremmo avere in comune con la musica Gnaoua è l'identità marocchina, e forse il lato trance, perché anche nel rock c'è molta trance. Poi, quel qualcosa in più che abbiamo noi, è un tocco di pazzia, ci piace divertirci e condividiamo questo con il pubblico".

Questo festival è una storia di successo. I musicisti gnaoua, un tempo emarginati, sono oggi sulla ribalta internazionale. Il festival attira centinaia di migliaia di amanti della musica e questo ha un enorme impatto sull'economia della città.

Journalist • Selene Verri

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