Il ritorno del pinguino

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Nel 2005 il Pinguino imperatore e la sua lotta per il difendere il nido ci aveva sedotto. 12 anni dopo "La marcia dei pinguini", che gli valse l'Oscar 2006 per il documentario, Luc Jacquet ha girato a

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Abbiamo incontrato Luc Jacquet presso il Museo des Confluences a Lione. Ci ha spiegato il perchè è tornato nelle terre dei ghiacci.

Luc Jacquet, regista: “La spedizione che abbiamo fatto l’anno scorso intitolata Antartide, organizzata appositamente per questo museo, riflette l’idea di aver voluto inquadrare il volto nascosto del Pinguino imperatore, vale a dire il mondo oceanico che non siamo riusciti a distinguere ne “La marcia dei pinguini”, peraltro girato con strumenti minimi cioè in Super 16, mentre adesso abbiamo girato in 4K con immagini incredibili. Inoltre ho avuto la sensazione di conoscere forse un po’ meglio la storia e ho voluto mettere a confronto con questo mondo la mia conoscenza odierna.”

Le novità sono anche le immagini sottomarine che svelano la dimensione completa della vita dei pinguini.

Luc Jacquet, regista: “Abbiamo avuto una squadra di 5 subacquei che sono andati fino a 70 metri sotto la superficie, questa è una prima mondiale, nessuno si era immerso a tale profondità in Antartide ed ha colto la grazia assoluta dell’imperatore in immersione. Questa forse non è una notizia ma soprattutto la qualità dei fondali, i colori e le creature sono assolutamente sorprendenti”.

Importante è anche la testimonianza ambientale di queste immagini proprio mentre l’Antartide sconta il surriscaldamento globale.

Luc Jacquet: “E’ una cosa palesemente non intuitiva. Adesso ci sono delle distese di ghiaccio molto più grandi in Antartide, piu’ estese, e la spiegazione scientifica dipende dalla fusione di acqua dolce proveniente dal continente antartico, acqua che congela molto prima a 0 ° mentre l’acqua di mare congela solo -1.8 °. In questo ambiente assolutamente sublime con questo animale che non ha paura di voi, cosi’ familiare, vi dite, ‘non posso lasciare andare in rovina questo mondo voglio che i miei figli che i nostri bambini possano goderne’. E’ quasi un dato emotivo, in ogni caso si potrà vivere su questo pianeta solo se funziona, tutti gli esseri umani sono collegati fra di loro. A forza di smontare le cose saremo noi a soffrirne e, paradossalmente, l’Antartide è proprio quello che tutti dobbiamo proteggere.”

http://www.imdb.com/title/tt5852632/releaseinfo?ref_=tt_dt_dt

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