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L'arte di cantare Rossini

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L’Otello di Gioachino Rossini è tornato al Teatro alla Scala di Milano, dove mancava da 145 anni. L’opera, che debuttò a Napoli nel 1816, è stata

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L’Otello di Gioachino Rossini è tornato al Teatro alla Scala di Milano, dove mancava da 145 anni.

L’opera, che debuttò a Napoli nel 1816, è stata composta settant’anni prima della versione di Giuseppe Verdi. E, contrariamente a quest’ultima, è solo vagamente ispirata alla tragedia di Shakespeare.

Nel ruolo di Rodrigo, il peruviano Juan Diego Flórez, considerato il tenore più capace della sua generazione a interpretare Rossini: “Adoro Rossini. La sua musica è come champagne: fresca, bella, toccante”.

Se potesse viaggiare indietro nel tempo, Florez vorrebbe incontrare di persona il compositore di Pesaro: “Rossini ha scritto per interpreti specifici, quindi dobbiamo metterci nei loro panni – spiega – vorrei tanto assistere a una di quelle prime rappresentazioni, per vedere come cantava il tenore. Mi piacerebbe cenare con Rossini: una cena preparata da lui, che aveva fama di essere un cuoco straordinario. Ci faremmo due chiacchiere davanti a un buon bicchiere di vino”.

Anche la soprano russa Olga Peretyatko, nel ruolo di Desdemona, è un’estimatrice di Rossini: nel suo repertorio figurano diverse opere del compositore.

“Per cantare Rossini – dice – bisogna essere in forma perfetta: è una musica atletica. Bisogna possedere un’ampia estensione vocale, non sono ammesse esitazioni nei toni alti, nei medi e nei bassi. Il suono deve essere pieno e carnoso. Se canti Rossini, puoi cantare di tutto”.

La storia d’amore di Otello e Desdemona, ostacolata dal padre di lei e destinata a soccombere alla gelosia del Moro, è la diciannovesima opera di Rossini e rappresenta un punto di svolta nell’evoluzione dello stile drammatico del compositore.

Flórez: “Bisogna rappresentare tutte le emozioni in quella coloritura. Bisogna che si senta, che si creda veramente che sei disperato e che ti chiedi: perché non mi ami? Perché non vieni con me? Perché hai scelto Otello?”.

Peretyatko: “Desdemona non è soltanto una vittima. Ha fatto una scelta. Ha scelto Otello. E alla fine gli dice: la mia vita non ha più senso. Uccidimi pure”.

Per altri estratti dell’intervista con il tenore Juan Diego Flórez, segui questo link:Juan Diego Flórez e il suo legame unico con il Teatro alla Scala

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