Rolando Villazón, tenore tra i più grandi dell’ultimo decennio, si è lanciato in un nuovo progetto.
Cantare il suo Messico attraverso le canzoni tradizionali con cui è cresciuto, i motivi che l’accompagnano sin dall’infanzia, ancor più del repertorio che l’ha reso celebre.
“Faccio anche questo tipo di musica perché è dentro di me, esattamente come Verdi o Donizetti, dice. Quando canto ‘Una furtiva lagrima’ ci metto la stessa passione, la stessa dedizione, la stessa profondità di quando oggi canto ‘Besos robados’, ‘Comprendo’, ‘Bésame mucho’, ‘Solamente una vez’, y ‘Ay ay ay, canta y no llores’.”
L’ennesimo esempio di ‘crossover’?
“Che mi dicano pure che questo è ‘crossover’… se lo è, chiamiamolo ‘crossover’! oppure è pop? chiamiamolo pop! o è classico? chiamiamolo classico!”
Quest’anno il Messico festeggia i duecento anni dall’indipendenza e il centenario della Rivoluzione. Un motivo in più per rievocare, grazie anche a musicisti di prim’ordine come i Bolivar Soloists, umori, stati d’animo, modi d’essere dell’amato Messico.
Il folklore villazoniano vuole che da giovanissimo volesse farsi prete. Così non è stato, ma per un artista, dice, la tendenza all’assoluto è un elemento non trascurabile.
“Credo che ci sia e ci sarà sempre nell’artista un elemento mistico, una sorta di ricerca di contatto con l’assoluto, che non deve essere necessariamente Dio; ha però a che fare con l’essenza umana, coll’arrivare a sfiorare quel grido che tutti noi abbiamo dentro di noi. E’ un’essenza universale, può essere il motivo per cui siamo qui… e questo non significa fornire la risposta, ma solo dare forma alla domanda.”
Esuberante, estroverso, euforico, Rolando Villazón è un artista che pure riflette sulla condizione umana. Ma si considera un uomo libero?
“E’ Fuentes, lo scrittore messicano, che ha detto: ‘La lotta per la libertà è la libertà’. E io credo che noi, esseri umani, lottiamo per essere liberi, anche se, ovviamente, siamo il risultato di tanti elementi – culturali, familiari, psicologici, biologici, genetici, per cui l’uomo lotta. E penso sia questa la sua battaglia più dura: cercare di capire in che modo sia determinato, e come si possa trovare la propria libertà al di là di questa determinazione. In tale senso, dunque, se lottare per la libertà è essere liberi, sì, sono un uomo libero.”
Nel servizio è possibile ascoltare parti dei seguenti brani tratti dall’ultimo cd di Rolando Villazón, ¡México! (Deutsche Grammophon): Medley ‘Cielito lindo’/Mexico lindo y querido’, ‘Bésame mucho’, ‘Besos robados’, oltre a ‘La cucaracha’.
Nel 2010 le prossime tappe della sua tournée europea (prodotta, fra gli altri, da Les grandes voix – Céleste Productions) sono: Vienna (18/11), Mannheim (21/11), Hanover (24/11), Baden-Baden (28/11), Frankfurt (1/12), Londra (6/12).