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Studiare e lavorare in Europa: regole, guadagni e Paesi più convenienti

Università Johann-Wolfgang Goethe di Francoforte
Università Johann-Wolfgang Goethe di Francoforte Diritti d'autore  Copyright 2008 AP. All rights reserved.
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Di Servet Yanatma
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Euronews Business analizza da vicino le regole per i permessi di lavoro e i salari medi degli studenti internazionali in Europa

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L’Europa è una delle mete più ambite per chi cerca istruzione di qualità e scambio culturale. Ogni anno circa 1,76 milioni di studenti internazionali scelgono l’Ue per l’istruzione superiore, pari all’8,4 per cento degli iscritti complessivi.

Uno dei dubbi più frequenti riguarda la possibilità di lavorare durante gli studi. La risposta è positiva: gli studenti internazionali possono lavorare in 30 Paesi europei, inclusi membri dell’Ue, Regno Unito, Norvegia e Islanda, purché iscritti a un corso universitario. In diversi Stati non serve alcun permesso di lavoro, mentre in altri è richiesto solo agli studenti extra Ue/See.

Secondo Tom Miessen, Ceo di StudiesIn, la scelta di un Paese europeo dipende da un mix di fattori, tra cui qualità dell’istruzione, opportunità lavorative e politiche di immigrazione post-studio.

Permessi di lavoro per studenti internazionali

In 14 Paesi su 30 (tra cui Regno Unito, Francia, Irlanda, Svezia, Finlandia, Portogallo e vari Stati dell’Est Europa) non è richiesto alcun permesso di lavoro. Questo rende la burocrazia minima e l’inserimento più rapido.

In Austria, Belgio, Danimarca, Grecia e Italia serve un permesso solo per gli studenti non Ue/See. In Cechia e Croazia la richiesta varia caso per caso.

Al contrario, in otto Paesi – Spagna, Paesi Bassi, Slovenia, Norvegia, Malta, Lussemburgo, Islanda e Cipro – il permesso di lavoro è obbligatorio per tutti gli studenti internazionali.

Quante ore si può lavorare e quanto si guadagna

Nella maggior parte dei Paesi gli studenti possono lavorare fino a 20 ore settimanali, con alcune eccezioni: 15 ore in Lussemburgo e 16 nei Paesi Bassi. Durante le vacanze accademiche spesso è possibile lavorare a tempo pieno.

Le retribuzioni orarie variano molto: da 3,32 euro in Bulgaria a 18 euro in Lussemburgo e fino a 19 euro in Islanda. In circa metà dei Paesi la paga è sotto gli 8 euro l’ora.

Tra i salari più bassi figurano Ungheria (4,19 euro), Estonia (4,30 euro), Lettonia (4,47 euro) e Slovacchia (4,69 euro). Ai vertici, oltre a Lussemburgo e Islanda, troviamo Norvegia (16,86 euro), Danimarca (14,74 euro), Paesi Bassi (14,40 euro) e Regno Unito (14,09 euro).

Secondo StudiesIn, con il numero massimo di ore consentite, gli studenti possono guadagnare:

  • fino a 1.127 euro al mese nel Regno Unito

  • circa 1.111 euro in Germania e Spagna

  • 900 euro in Francia

  • tra 600 e 750 euro in Italia

Criteri di scelta degli studenti

Oltre al lavoro, gli studenti valutano costo della vita, tasse universitarie, qualità accademica e politiche di immigrazione. Università prestigiose in Regno Unito, Germania e Paesi Bassi attraggono chi cerca riconoscimento internazionale, mentre fattori pratici come accesso al lavoro, lingua, inclusività, vicinanza geografica e sicurezza influenzano altre scelte.

Come sottolinea Miessen, il processo decisionale è complesso e dipende da risorse economiche, obiettivi professionali e preferenze personali.

La quota di studenti internazionali in Europa

Nel 2023 la quota media di studenti stranieri in Europa era dell’8,4 per cento. Il Lussemburgo guida la classifica con oltre il 52 per cento di iscritti internazionali, seguito da Malta (29,6 per cento) e Cipro (22,3 per cento).

Le percentuali più basse si registrano in Grecia (3 per cento), Croazia (3,7 per cento) e Spagna (4,3 per cento).

In valori assoluti, il Regno Unito è il Paese con più studenti internazionali: 732.285 nel 2023/24, pari al 23 per cento del totale. Nell’Ue, la Germania è al primo posto con oltre 420.000 studenti stranieri, seguita da Francia (276.000), Italia (106.000) e Spagna (102.000).

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