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Cina, crescita fissata al 5% nel 2025: varato piano per economia e commercio contro dazi Usa

Il premier cinese Li Qiang, a destra, con il presidente Xi Jinping dopo la sessione di apertura dell'Assemblea nazionale del popolo a Pechino (5 marzo 2025)
Il premier cinese Li Qiang, a destra, con il presidente Xi Jinping dopo la sessione di apertura dell'Assemblea nazionale del popolo a Pechino (5 marzo 2025) Diritti d'autore  AP Photo
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Di Tina Teng
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La Cina fissa l'obiettivo di crescita del Pil per il 2025, invariato rispetto allo scorso anno, nonostante i rischi posti dai dazi commerciali Usa. Il governo di Pechino alza il tetto del deficit per gli investimenti, ma abbassa le attese sull'inflazione

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Il governo cinese ha fissato mercoledì l'obiettivo di crescita economica al 5 per cento per il 2025, varando misure di stimolo all'economia a fronte all'acuirsi delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

Nel discorso programmatico in apertura della riunione annuale dell'Assemblea nazionale del Popolo, l'organo legislativo della Repubblica popolare cinese, il premier cinese Li Qiang ha posto anche il tetto al deficit di bilancio al 4 per cento del Pil.

Si tratta del livello più alto degli ultimi trent'anni, che prosegue la politica fiscale "altamente proattiva" avviata quest'anno. Inoltre, il governo ha abbassato l'obiettivo di inflazione al 2 per cento dal 3 per cento del 2024, il più basso in oltre due decenni, riconoscendo la debolezza della domanda interna e un ritmo di crescita dell'economia lontano della doppia cifra dei primi anni Duemila.

La riunione annuale del Parlamento cinese include in realtà due sessioni concomitanti, quella dell'Assemblea del Popolo e quella del Conferenza politica consultiva del Popolo, che riunisce rappresentati di altri partiti e di varie categorie professionali e sociali.

Entrambi gli organi, che saranno riuniti fino all'11 marzo a Pechino, sono considerati degli esecutori delle volontà del Partito comunista cinese e dell'esecutivo che ne è espressione.

Quali misure ha varato la Cina per la sua economia

Tra le misure di stimolo avviate, c'è l'emissione di 4,4 trilioni di yuan (570 miliardi di euro) in obbligazioni speciali per finanziare progetti infrastrutturali, 1,3 trilioni di yuan (168 miliardi di euro) in obbligazioni del Tesoro a lunghissimo termine e 500 miliardi di yuan (65 miliardi di euro) in obbligazioni sovrane per sostenere le maggiori banche commerciali del Paese.

Il piano pubblico include anche politiche per sostenere i consumi interni, supportare l'industria dell'intelligenza artificiale e aiutare i progetti di energia rinnovabile.

Il premier Li ha riconosciuto i rischi derivanti dai dazi di Trump, sottolineando la necessità di incrementare la domanda interna e di potenziare le esportazioni. Si tratta di "cambiamenti mai visti in un secolo" che "si stanno verificando in tutto il mondo a un ritmo più veloce”, ha detto Li.

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si allarga

Il mese scorso il presidente degli Stati, Uniti Donald Trump, ha imposto dazi del 10 per cento sulle merci cinesi e martedì li ha raddoppiati al 20 per cento.

La Cina ha risposto con dazi del 15 per cento sulle importazioni di prodotti statunitensi tra cui pollo, grano, mais e cotone, oltre a prelievi del 10 per cento su altre importazioni alimentari, come soia, manzo, frutta e verdura, che entreranno in vigore il 10 marzo.

Questo fa seguito alla prima serie di tariffe doganali imposte dalla Cina a febbraio su gas naturale liquefatto, petrolio greggio, attrezzature agricole e alcuni tipi di veicoli.

L'inasprimento della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, insieme ai dazi imposti a Messico e Canada, sta pesando sugli investitori e sui mercati azionari globali in forte ribasso martedì.

Trump ha riconosciuto che i suoi piani tariffari aggressivi hanno causato "un po' di disturbo", prima di rivolgersi a una sessione congiunta del Congresso martedì sera, "ma ci va bene così", ha detto.

Mercati azionari cinesi in rialzo, rame in aumento

I mercati azionari cinesi hanno interrotto una striscia di quattro giorni di perdite, con l'indice Hang Seng in rialzo di quasi il 2 per cento mercoledì mattina, mentre tutti e tre i benchmark della Cina continentale erano in rialzo.

Lo yuan è sceso leggermente rispetto al dollaro Usa dopo l'impennata del giorno precedente. Per quanto riguarda le materie prime, i futures del rame sono saliti dell'1,6 per cento in seguito alle politiche di stimolo di Pechino ai progetti infrastrutturali e sull'intelligenza artificiale.

La Cina è il maggior importatore mondiale di rame, ampiamente utilizzato nella produzione dei veicoli elettrici e nello sviluppo digitale.

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