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Unicredit aumenta la partecipazione nella tedesca Commerzbank a quasi il 21%: proteste da Berlino

Commerzbank, la seconda banca in Germania, è al centro di un caso tra Berilno e Roma dopo la scalata annunciata da Unicredit
Commerzbank, la seconda banca in Germania, è al centro di un caso tra Berilno e Roma dopo la scalata annunciata da Unicredit Diritti d'autore  Michael Probst/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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"Non chiederemo posti nel cda di Commerzbank", ha assicurato il Ceo di Unicredit Andrea Orcel. L'Ue non sembra contraria all'affare, mentre il caso diventa politico in Germania dopo che Scholz ha chiamato la scalata di Unicredit un "atto ostile"

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Unicredit ha aumentato la propria partecipazione nella banca tedesca Commerzbank a quasi il 21 per cento, una quota di potenziale controllo della seconda banca tedesca. L'operazione ha suscitato la reazione del governo tedesco. Da New York il cancelliere Olaf Scholz ha affermato che "le operazioni ostili non sono una buona cosa".

In un comunicato, la banca italiana ha dichiarato lunedì di "avere sottoscritto strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l'11,5% del capitale sociale di Commerzbank", che unitamente alla partecipazione precedente del 9 per cento, "ha raggiunto circa il 21%".

Unicredit ha precisato anche che l'operazione è soggetta all'approvazione delle autorità di regolamentazione e che già l'11 settembre è stata presentata alla Banca centrale europea un'istanza per l'acquisizione di una partecipazione superiore al 10 per cento in Commerzbank e fino al 29,9 per cento (il limite oltre cui è necessario lanciare un'Opa, ossia un'offerta pubblica di acquisto).

La banca milanese "ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore" in Commerzbank, si legge nella nota diffusa lunedì, anche "a beneficio dell'intera Germania e di tutti i suoi stakeholders".

Unicredit opera attraverso varie partecipazioni in 12 mercati Ue tra cui la Germania, dove è presente da una ventina d'anni. Secondo una classifica delle società globali (incluse banche) stilata da Forbes, la banca italiana è al 129simo posto nel mondo.

Martedì l'attuale Chief Financial Officer (Cfo) di Commerzbank, Bettina Orlopp, è stata nominata nuova Ceo della banca, un segnale lanciato dall'istituto tedesco che segna un importante cambiamento nella leadership dopo l'aumento della partecipazione di Unicredit.

Le reazioni in Germania e in Italia alla scalata di Commerzbank

Veemente è stata la reazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz. "Le acquisizioni ostili non sono una buona cosa", ha detto Scholz lunedì da New York, dove partecipa alla sessione annuale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, facendo intendere chiaramente di non gradire il passaggio di Commerzbank in mani non tedesche.

"In Europa c'è libero mercato, non capisco perché quando qualcuno viene ad acquistare in Italia si dice che siamo in un sistema europeo moderno del mercato unico, se poi un italiano acquista fuori non è più nel mercato unico", ha subito risposto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, sempre dagli Stati Uniti.

Intanto, è arrivato anche il commento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha chiarito come l'affare Unicredit-Commerzbank sia una questione privata che non riguarda il governo italiano. "Non è una questione che riguarda il Governo", ha detto Meloni martedì sera, "Noi abbiamo un mercato unico, nell'Unione Europea c'è il libero mercato, c'è una banca privata che sta facendo delle proprie scelte rispetto a un'altra e penso che non siano materie che riguardano il Governo. Se possiamo coadiuvare soluzioni aiutiamo a coadiuvarle, ma è una materia sulla quale il Governo è in nessun modo coinvolto".

Se il mondo politico e finanziario italiano concorda, quello tedesco è in subbuglio. In un lungo editoriale il quotidiano Handelsblatt ha sottolineato che lo "Stato non è solo un cattivo imprenditore, ma anche un cattivo investitore", chiosando: "Abbiamo bisogno di campioni europei e non nazionali".

È intervenuto anche il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner (liberale e parte della coalizione tra Spd, Verdi e Liberali). "Il governo federale ha sempre chiarito che Commerzbank deve essere privatizzata", ha detto Lindner all'agenzia Bloomberg specificando come l'approccio di UniCredit "abbia sconvolto molti azionisti" in Germania.

"Stiamo considerando come possiamo trovare una soluzione che sia buona per Commerzbank e molto buona per il governo federale, mentre rispettiamo l'indipendenza di Commerzbank", ha dichiarato il segretario di Stato alle Finanze, Florian Toncar.

La vendita della quota pubblica di Commerzbank

Per questo motivo il "governo tedesco ha deciso di non vendere ulteriori azioni", ha ribadito Lindner.

Le autorità tedesche non sembrano disposte in effetti a lasciare una delle maggiori banche nazionali nelle mani di una società straniera. “La strategia di Commerzbank è orientata all'indipendenza. Il governo federale la sosterrà fino a nuovo ordine mantenendo la sua partecipazione”, aveva dichiarato venerdì l'agenzia federale delle Finanze.

Berlino detiene il 12 per cento della banca commerciale tedesca, dopo avere venduto il 4,5 per cento proprio a Unicredit, sebbene le autorità sostengano di avere saputo solo all'ultimo momento che gli italiani già possedevano una quota equivalente, secondo il Financial Times.

Andrea Orcel, amministratore delegato della banca italiana, ha dichiarato che le autorità tedesche erano state informate della partecipazione esistente di UniCredit, prima della seconda acquisizione.

Quale che è stata la genesi della vicenda, il vice presidente di Commerzbank, Uwe Tschaege, ha chiuso nettamente all'ipotesi che l'acquisizione vada in porto, dichiarando alla stampa davanti alla sede della banca a Francoforte: "Non la vogliamo".

Da parte loro i sindacati tedeschi si oppongono perché temono tagli di posti di lavoro e ostacolare i prestiti alle piccole e medie imprese in Germania.

''Il governo federale deve dichiarare Commerzbank parte delle infrastrutture critiche in Germania", ha auspicato il segretario federale dell'Unione dei sindacati del settore dei servizi (Ver.Di), Stefan Wittmann.

Le parole dell'amministratore delegato di Unicredit

"Non chiederemo posti nel cda di Commerzbank. Siamo un investitore. Di solito non credo che gli investitori abbiano un posto nel consiglio di amministrazione e in questo caso specifico penso che sia inappropriato per noi avere un posto nel consiglio di amministrazione perché siamo anche un concorrente. Non credo sia corretto", ha specificato il Ceo di Unicredit Andrea Orcel alla 29esima Financials Ceo Conference di Bank of America, "Al momento è un investimento e nient'altro. Non se ne dovrebbe parlare in altri termini. Al momento siamo un azionista rilevante, un azionista strategico ma resta un investimento". L'ad della banca italiana ha anche aggiunto che si tratta di "un test di prova per l'Europa".

La posizione dell'Unione Europea

L'Unione Europea non ha espresso contrarietà all'operazione. "Restrizioni alle libertà fondamentali (come quelle di impresa economica ndr) sono consentite solo" se si basano su "interessi legittimi", come motivi di sicurezza pubblica o di interesse generale come la giustizia, e non su "motivi puramente economici", ha detto la portavoce per l'Economia, Veerle Nuyts, parlando in generale durante un incontro con la stampa lunedì a Bruxelles.

"Banche globali più grandi e diversificate andrebbero a vantaggio dell'economia dell'Ue", ha aggiunto la portavoce, pur specificando che i suoi non erano commenti su "singoli casi", come appunto l'affare Unicredit-Commerzbank.

Parole che non spengono il dibattito innescatosi, tra accuse di protezionismo economico e la difesa delle fusioni bancarie perché l'Ue sia più competiva a livello globale, e che sembra più interno alla Germania, nell'ottica della lunga campagna elettorale che la porterà alle elezioni federali del settembre 2025.

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