L’FMI taglia le stime di crescita mondiale. Rallenta la ripresa anche nell’euro-zona. Pesano Omicron, inflazione e tensioni geopolitiche
Omicron e inflazione si fanno sentire e il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita dell’economia mondiale per il 2022. A pesare oltre al virus, anche la crisi dell’energia e prospettive poco rosse per le due maggiori economie del mondo: Stati Uniti e Cina.
Secondo Gita Gopinath, Direttrice del Dipartimento di Ricerca dell’FMI, all'inizio del terzo anno della pandemia il bilancio delle vittime globali è salito a 5 milioni e mezzo di morti. Le conseguenti perdite economiche dovrebbero attestarsi intorno a 13,8 trilioni di dollari entro il 2024, rispetto alle previsioni pre-pandemia.
Dopo il +5,9% del 2021, il Pil quest’anno dovrebbe crescere del 4,4%, ovvero 0,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di ottobre. Tagliate anche le previsioni per la zona euro dove la crescita si attesterebbe al 3,9% nel 2022 fino a rallentare ulteriormente nel 2023 attestandosi al 2,5%.
Pandemia e tensioni geopolitche
Covid e restrizioni stanno facendo ancora sentire effetti pesanti in molti settori come quello dei viaggi e della ristorazione. Stando alle ultime prospettive economiche mondiali dell'FMI, Omicron peserà in modo netto sull'attività nel primo trimestre di quest'anno.
Un effetto che svanirà a partire dal secondo trimestre. A frenare l’economia non c’è solo il virus ma anche le tensioni geopolitiche, un conflitto fra Russia e Ucraina rischierebbe di far salire i prezzi dell’energia per molti paesi e quindi potrebbe mantenere l’inflazione elevata, come ha spiegato la numero due del Fmi Gita Gopinath.
Intanto nell'Eurozona meglio di tutti dovrebbe fare la Spagna, con +5,8% mentre per l’Italia la stima scende a +3,8%. A livello globale continua invece la sua corsa l’India con l’FMI che prevede una crescita del 9% quest’anno e del 7,1% il prossimo.