Il coronavirus infetta la produzione automobilistica

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Di Gioia Salvatori
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Le perdite potrebbero arrivare fino ad 1,7 milioni di automobili in meno se le fabbriche restano chiuse fino a marzo

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Una quarantena che non è solo sanitaria ma anche economica e commerciale. La Cina a mezzo servizio conta i danni causati all'economia dal coronavirus. Tra fabbriche chiuse, città isolate e mezzi di trasporto interrotti. E siccome il gigante cinese rappresenta una buona fetta dell'economia mondiale, i danni sono per tutti.

Le case automobilistiche di tutto il mondo stanno contando le perdite poiché le fabbriche in Cina rimangono chiuse a causa dell'epidemia di coronavirus.

Manohar Bhat, responsabile vendite e marketing di Kia Motors India racconta che in Corea del Sud "ci sono stati alcuni problemi di produzione a causa dell'impatto negli approvvigionamenti" e che in India è presto per pronunciarsi ma conseguenze, anche se non immediate, sono prevedibili.

Ed è così per molti altri produttori di auto. Se le fabbriche rimarranno chiuse fino a metà marzo, la produzione potrebbe diminuire di oltre 1,7 milioni di unità nel primo trimestre. Nel frattempo ognuno si è organizzato a suo modo Ford e Fiat Chrysler, hanno chiesto al loro personale di lavorare da casa quando possibile.

Honda e Renault hanno bloccato tutti gli impianti di Wuhan. General Motors, Hyundai e SsangYong hanno sospeso tutte le attività per l'assenza di forniture.

Almeno in 24 regioni della Cina non si riprenderà a lavorare prima del 10 febbraio.

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