Primo bollettino del Fondo monetario internazionale dopo la Brexit.
Primo bollettino del Fondo monetario internazionale dopo la Brexit.
Se tutto fosse andato come previsto, cioè se avessero vinto i No, l’economia mondiale avrebbe potuto godere di una leggera accelerazione della crescita rispetto alle previsioni di aprile, e questo grazie a un’attenuazione della recessione in Brasile e Russia.
Ma non è andata così.
“Il 22 giugno eravamo pronti a migliorare leggermente le nostre prospettive per quest’anno e il prossimo. Ma la Brexit ha messo una barriera a questa possibilità”, ha detto il direttore del dipartimento di ricerca dell’Fmi Maurice Obstfeld.
L’esito inatteso del referendum si ripercuoterà sulla crescita economica, soprattutto su quella del Regno Unito. L’Fmi pronostica che il Pil britannico l’anno prossimo salirà dell’1,3%, lo 0,9% in meno di quanto previsto nell’outlook dell’aprile scorso.
Brexit fallout: UK and Europe hit hardest; emerging market and developing economies unchanged #WEOhttps://t.co/sdaUm2tc4M
— IMF (@IMFNews) 19 luglio 2016
“Gli effetti concreti della Brexit si produrranno gradualmente nel tempo, nell’arco di diversi mesi, aggiungendo elementi di instabilità politica ed economica che dovranno essere risolti nel lungo periodo”, ha detto ancora Maurice Obstfeld.
Brexit adds to uncertainty: Possible “downside” and “severe” scenarios #WEOhttps://t.co/2OFqiHHvTupic.twitter.com/XFuic2whGI
— IMF (@IMFNews) 19 luglio 2016
Il Fondo monetario delinea tre scenari a seconda di come si evolveranno i negoziati fra Londra e Bruxelles. Nel peggiore, la crescita mondiale scenderebbe al 2,8% sia nel 2016 sia nel 2017. Lo scenario di base prevede il 3,1% quest’anno e il 3,4% l’anno prossimo.