Un’occasione per esprimere indignazione per lo scandalo delle emissioni truccate, ma nulla più.
Un’occasione per esprimere indignazione per lo scandalo delle emissioni truccate, ma nulla più. Si potrebbe riassumere così l’assemblea di Volkswagen, che ha dato voce ai piccoli azionisti i quali però, a livello di azioni ordinarie (e quindi di diritti di voto), contano poco, intorno al 10%.
La maggioranza del 52% è saldamente in mano alle famiglie fondatrici Porsche e Piech, le quali, insieme al Land della Bassa Sassonia e al fondo sovrano del Qatar, hanno fatto quadrato intorno ai dirigenti, respingendo tutte le mozioni.
A placare la rabbia degli intervenuti non sono bastate le nuove scuse del numero uno Mathias Müller e l’annuncio della svolta verso i motori elettrici: responsabili per il “Dieselgate” ancora non ce ne sono, nonostante siano passati nove mesi dall’esplosione dello scandalo, e il titolo, lamentano alcune associazioni di investitori, ha perso il 50% del suo valore.