Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Scontro Apple-Fbi nuoce agli accordi tra Usa e Ue su protezione dati

Scontro Apple-Fbi nuoce agli accordi tra Usa e Ue su protezione dati
Diritti d'autore 
Di Euronews
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

Apple ottiene una prima vittoria nella sua battaglia legale contro l’Fbi. Un giudice di Brooklyn ha stabilito che il governo statunitense non ha

PUBBLICITÀ

Apple ottiene una prima vittoria nella sua battaglia legale contro l’Fbi.

Un giudice di Brooklyn ha stabilito che il governo statunitense non ha diritto di chiedere all’azienda di Cupertino di violare la password dell’iphone di un trafficante di droga per accedere ai dati in esso contenuti.

Una sentenza che potrebbe aiutare Apple a motivare il suo rifiuto di aiutare l’Fbi nelle indagini sul killer di San Bernardino.

La vicenda minaccia di logorare ulteriormente il rapporto di fiducia tra Stati Uniti e Unione europea, già compromesso dai documentati casi di spionaggio da parte della National Security Agency.

Secondo il Garante europeo della protezione dei dati, Giovanni Buttarelli, “la maggioranza dei cittadini dell’Unione ritiene che la sicurezza dei dati personali sia essenziale. Cosa succederebbe – ha detto a euronews – se, smantellando i sistemi posti a tutela della privacy, permettessimo agli hacker di accedere alle nostre informazioni più riservate? Sarebbe un grosso errore”.

La vittima collaterale di questo scontro potrebbe essere il nuovo accordo Privacy Shield tra Stati Uniti e Unione europea.

Il testo punta a garantire che i dati dei cittadini europei siano tutelati in America come lo sono nel Vecchio continente. Ma la sua approvazione non è scontata.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Sparatoria a Washington. Diversi i feriti

Addio a Richard Rogers. L'architetto firmò con Renzo Piano il progetto del Centre Pompidou

Il Long Covid dura quattro mesi. Colpisce il 14% delle persone infettate