Proveniente dall'Ordine di Sant'Agostino, il nuovo Papa Prevost è una figura moderata: di posizioni aperte su temi come i migranti e i cambiamenti climatici, più prudenti sui diritti civili
Il nuovo Papa, Robert Francis Prevost, è il primo nordamericano della storia, il 267esimo della Chiesa cattolica, e il quattordicesimo a prendere il nome di Leone.
È nato a Chicago, nell'Illinois, Stati Uniti, il 14 settembre 1955, ha dunque 69 anni. Prevost ha origini francesi, italiane e spagnole.
È stato eletto pontefice l’8 maggio 2025 e succede a Jorge Mario Bergoglio. Prima degli studi sacerdotali ha studiato matematica e si è laureato in filosofia a Philadelphia.
L'appello per la pace di Papa Prevost nel primo saluto ai fedeli
"Arrivi una pace disarmata e disarmante", ha dichiarato dal balcone centrale della basilica di San Pietro, lanciando un appello a "costruire ponti" e ha ringraziato il suo predecessore.
Prevost è entrato nella Chiesa nel 1981 e l'anno successivo è stato nominato presbitero a Roma da monsignor Jean Jadot.
A lungo ha lavorato in Perù , il che gli ha permesso di ottenere anche la cittadinanza del Paese sudamericano.
È dunque un profondo conoscitore dell’America Latina. Ha prima prestato servizio a Chulucanas, poi nel 2014 Bergoglio lo ha nominato amministratore apostolico e vescovo di Chiclayo.
Il 30 gennaio 2023 è stato nominato da Papa Francesco prefetto del Dicastero per i vescovi ed è stato anche presidente della Pontificia commissione per l'America latina.
Proveniente dall'Ordine di Sant’Agostino, del quale è stato anche due volte priore generale, ha sostenuto le riforme del pontefice argentino durante il suo papato, in particolare quelle riguardanti i cambiamenti dell’architettura istituzionale interna.
Negli ultimi tempi si è anche esposto con parole critiche nei confronti di alcune scelte politiche della nuova amministrazione statunitense guidata da Donald Trump, in particolare per quanto riguarda i diritti dei migranti.
Un moderato alla guida della Chiesa cattolica
Descritto come una persona riservata, in più di un’occasione si è espresso a favore di una Chiesa più aperta, più inclusiva e più vicina ai fedeli.
Anche su temi come i cambiamenti climatici o i migranti è su posizioni piuttosto progressiste, ma prima del Conclave era comunque considerato un moderato, poiché ad esempio più prudente sulle questioni sociali e sui diritti civili.
La scelta del nome di Leone è probabilmente un segno di continuità con la figura di Leone XIII, Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, 256esimo vescovo di Roma, che fu Papa dal 1878 al 1903.
Questi si distinse per un'apertura sociale, tanto che gli fu attribuito l'appellativo di "Papa dei lavoratori".
La scelta del nome Leone
La sua attività fu particolarmente prolifica, prova ne è il fatto che scrisse ben 86 encicliche.
La sua più famosa tra di esse fu senza dubbio la Rerum Novarum, che portò con sé un profondo cambiamento nella Chiesa cattolica.
Il documento è considerato infatti il fondamento della dottrina sociale della Chiesa moderna, essendo il primo ad aver affrontato direttamente il tema.
In particolare, l'enciclica si era concentrata su una questione fondamentale per l'epoca, ma attuale ancora ai giorni nostri: quella delle remunerazioni dei lavoratori.
Indicando a chiare lettere come la dignità della persona debba sempre essere rispettata, e che un salario deve permettere un adeguato sostentamento per le famiglie.