Il ministro del Commercio francese Papin ha annunciato mercoledì che il governo avvierà un'azione civile contro due piattaforme di e-commerce per aver offerto bambole pornografiche infantili
Il governo francese apre un nuovo fronte contro le grandi piattaforme di e-commerce. Mercoledì 26 novembre, il ministro del Commercio Serge Papin ha annunciato l’avvio di un’azione civile contro AliExpress e Joom, accusate di aver messo in vendita “bambole pedopornografiche”.
“Ci sarà una denuncia giudiziaria contro queste due piattaforme”, ha confermato il ministro, sottolineando che l’iniziativa mira a tutelare consumatori, bambini e adolescenti.
Papin ha spiegato che la citazione in giudizio consentirà di portare il caso davanti a un magistrato civile e di notificare formalmente alle piattaforme l’avvio dell’azione legale. “Dobbiamo porre fine al Far West digitale. Ci aspetta una lunga battaglia”, ha dichiarato su TF1.
Le reazioni delle piattaforme
AliExpress, parte del gruppo cinese Alibaba, ha comunicato che gli annunci segnalati sono stati rimossi già all’inizio di novembre, dopo l’apertura dell’indagine. Joom, piattaforma russa fondata nel 2016, non ha fornito ulteriori dettagli pubblici sulla vicenda.
Il caso arriva mentre Parigi porta avanti un'altra battaglia contro Shein. Mercoledì il colosso cinese dell’e-commerce comparirà al tribunale di Parigi dopo la richiesta di sospensione dell’attività per almeno tre mesi. Secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze, la sospensione dovrà durare “quanto necessario affinché la piattaforma dimostri che tutti i suoi contenuti sono pienamente conformi alle nostre leggi”.
Shein aveva ritirato dal sito le bambole pedopornografiche e le armi di categoria A, come machete e tirapugni, ma il governo chiede garanzie più ampie. “Vogliamo la prova che ciò che verrà rimesso in vendita sarà conforme ai nostri codici di consumo. E dobbiamo portare la questione a livello europeo”, ha spiegato Papin.
Parigi chiede sanzioni europee
La Francia ha chiesto alla Commissione europea di intervenire con sanzioni, poiché i contenuti illegali sulle piattaforme sono disponibili in tutto il mercato unico. “L’Unione europea deve dare risposte decise a tutte le violazioni che emergeranno”, si legge nella nota ufficiale.
Nel frattempo, Shein è finita al centro di polemiche anche per l’apertura del suo primo negozio fisico a Parigi, che ha provocato proteste e la richiesta di 80 parlamentari di bandire l’azienda dal territorio francese. “È un’ipotesi sul tavolo”, ha confermato Papin, in attesa delle conclusioni giudiziarie.