Il Belgio affronta tre giorni di sciopero nazionale contro le misure di austerità: trasporti fermi, aeroporti bloccati, scuole chiuse e disagi nei porti e nelle carceri. I sindacati contestano l’accordo di bilancio del governo e promettono nuove mobilitazioni
Il Belgio è entrato in una fase di forte tensione sociale. Mercoledì il Paese ha vissuto l’ultimo dei tre giorni di sciopero nazionale indetto dai principali sindacati contro le nuove misure di austerità varate dal governo. La protesta, che finora aveva coinvolto soprattutto il settore pubblico, ha visto per la prima volta anche l’adesione di alcune aziende private, con ripercussioni evidenti su trasporti, scuole, aeroporti e porti.
Trasporti pubblici e scuole ancora in difficoltà
Tram, autobus e treni hanno circolato più che nei giorni precedenti, ma il sistema dei trasporti pubblici è rimasto comunque pesantemente ridotto. La situazione non è stata migliore nel settore dell’istruzione, dove molti insegnanti hanno incrociato le braccia per il secondo giorno consecutivo, costringendo alla chiusura numerose classi e istituti.
Aeroporti quasi paralizzati
Gravi disagi anche negli scali del Paese. L’aeroporto di Charleroi, il secondo più trafficato del Belgio, ha cancellato tutte le partenze e gli arrivi per mancanza di personale in grado di garantire la sicurezza delle operazioni. All’aeroporto di Bruxelles, tutte le partenze sono state cancellate e si prevedono problemi anche per i voli in arrivo.
I porti delle Fiandre - Anversa, Gand e Zeebrugge - hanno registrato blocchi significativi, con decine di navi impossibilitate a entrare o uscire.
Disagi nei servizi essenziali
La protesta ha coinvolto anche settori meno prevedibili: diversi supermercati hanno chiuso temporaneamente e le carceri hanno dovuto ricorrere a polizia e personale della Croce Rossa per garantire i servizi minimi, dopo che numerosi dipendenti hanno abbandonato il lavoro.
Perché i sindacati hanno proclamato lo sciopero?
Lo sciopero di tre giorni è stato organizzato dai tre maggiori sindacati belgi, nonostante lo stesso giorno del suo avvio il governo di coalizione a cinque avesse finalmente raggiunto un accordo sul bilancio, dopo 20 ore di negoziati.
Il piano prevede un aumento delle tasse su alcuni prodotti e servizi e diversi tagli alla spesa pubblica, con l’obiettivo di ridurre il deficit federale di 9,2 miliardi di euro entro il 2029. Al momento, il Belgio registra un deficit del 4,5 per cento e un debito superiore al 100 per cento del Pil: valori che superano ampiamente i limiti imposti dall’Ue.
Le misure, tuttavia, non hanno convinto le parti sociali. “Non è un accordo equilibrato”, ha dichiarato il presidente del sindacato ABVV Bert Engelaar, sottolineando che il testo rappresenta solo un primo passo e che saranno necessarie ulteriori decisioni per colmare il disavanzo di bilancio. I sindacati reclamano maggiore equità e più attenzione al potere d’acquisto dei lavoratori.
Anche i politici coinvolti hanno riconosciuto la complessità delle scelte fatte. Il primo ministro Bart De Wever ha citato Churchill: “Questa non è la fine. Non è nemmeno l’inizio della fine. Ma forse è la fine dell’inizio”, ammettendo implicitamente che la strada verso la stabilità finanziaria è ancora lunga.
Una tensione sociale in crescita
Gli scioperi nazionali in Belgio sono diventati sempre più frequenti, alimentati dalla crescente frustrazione dell’opinione pubblica di fronte ai piani fiscali del governo. Secondo l’emittente fiamminga VRT, solo quest’anno si sono verificati 25 scioperi ferroviari, mentre la partecipazione degli insegnanti alle proteste ha raggiunto livelli record. Per la prima volta dal 2001, il corpo docente ha scioperato per due giorni consecutivi.
La sensazione diffusa è che la mobilitazione non si fermerà qui: il confronto tra governo e sindacati appare destinato a proseguire, con il Paese che rischia di affrontare nuovi periodi di paralisi nei prossimi mesi.