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Persecuzione cristiana, Trump minaccia la Nigeria di un'azione militare

Un venditore vende giornali locali con titoli che si riferiscono ai commenti del presidente americano Donald Trump sulla Nigeria, in una strada di Lagos, 2 novembre 2025.
Un venditore vende giornali locali con titoli che si riferiscono ai commenti del presidente americano Donald Trump sulla Nigeria, in una strada di Lagos, 2 novembre 2025. Diritti d'autore  Sunday Alamba/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Sunday Alamba/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Jeremiah Fisayo-Bambi
Pubblicato il
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Gli Stati Uniti, guidati da Donald Trump, minacciano sanzioni e possibili azioni militari contro la Nigeria per l’allegata persecuzione di cristiani. Abuja respinge con forza le accuse, affermando che il problema è complesso e non solo religioso

La Nigeria è stata travolta nelle ultime ore da una tensione diplomatica e militare senza precedenti: il presidente statunitense Donald Trump ha ordinato al Pentagono di prepararsi per una possibile azione militare nel Paese africano, denunciando l’“uccisione di cristiani” e minacciando lo stop immediato degli aiuti americani se il governo non agisce.

Il governo nigeriano, da parte sua, ha respinto con forza l’accusa, sottolineando che la situazione è ben più complessa, riguarda tutte le comunità e che la designazione della Nigeria come “Paese di particolare preoccupazione” in tema di libertà religiosa non riflette la realtà nazionale.

Le dichiarazioni statunitensi

Trump ha dichiarato in un post sui social che: "Se il governo nigeriano continuerà a permettere l’uccisione dei cristiani, gli Usa interromperanno immediatamente tutti gli aiuti e potrebbero entrare in quel Paese ormai disgraziato, armi spianate".

Ha aggiunto di aver incaricato il Dipartimento della Difesa di predisporre “un’azione possibile” nei confronti di Abuja, se il Paese non fermerà “quei terroristi islamici che stanno commettendo queste orribili atrocità”.

Giornali locali con titoli che fanno riferimento ai commenti del presidente americano Trump sulla Nigeria, domenica 2 novembre 2025. (Foto AP
Giornali locali con titoli che fanno riferimento ai commenti del presidente americano Trump sulla Nigeria, domenica 2 novembre 2025. (Foto AP Sunday Alamba/Copyright 2025 The AP. All rights reserved

La risposta della Nigeria

Il governo di Abuja ha respinto le accuse definendole “basate su informazioni obsolete e fuorvianti”. Il portavoce del presidente Bola Ahmed Tinubu ha sostenuto che la cooperazione con gli Stati Uniti è benvenuta, ma solo nel rispetto della sovranità nazionale.

Il presidente Tinubu ha inoltre ribadito che la Nigeria è un Paese “con garanzie costituzionali per la protezione di cittadini di tutte le fedi”.

Il presidente nigeriano Bola Tinubu

Il contesto della violenza

La Nigeria, con circa 220 milioni di abitanti e una popolazione divisa quasi equamente tra cristiani e musulmani, è da anni teatro di conflitti che coinvolgono gruppi estremisti come Boko Haram e milizie legate alle tensioni tra agricoltori e pastori.

Secondo alcuni rapporti, nei primi mesi del 2025 oltre 7.000 cristiani sarebbero stati uccisi, secondo stime utilizzate da esponenti americani. Tuttavia, analisti locali sostengono che la violenza non ha esclusivamente motivazioni religiose: "La geografia della violenza determina spesso chi diventa vittima", afferma uno studioso citato dall’Associated Press.

Le implicazioni internazionali

La minaccia statunitense ha acceso un dibattito sulla possibilità di un intervento militare esterno in un Paese sovrano e sulle reali motivazioni dietro queste azioni: se da un lato viene invocata la protezione delle minoranze religiose, dall’altro emergono questioni strategiche legate alle risorse e agli interessi geopolitici della regione.

Tra le reazioni, vi sono voci che mettono in guardia dall’utilizzo della narrativa della persecuzione solo per giustificare pressioni esterne o interventi.

Un uomo mostra del litio proveniente da un sito minerario illegale a Paseli, nella Nigeria centro-settentrionale, martedì 5 novembre 2024. (Foto AP/Sunday Alamba)
Un uomo mostra del litio proveniente da un sito minerario illegale a Paseli, nella Nigeria centro-settentrionale, martedì 5 novembre 2024. (Foto AP/Sunday Alamba) AP Photo

Secondo alcuni analisti, la crescente importanza della Nigeria nel settore delle terre rare e dei minerali chiave, necessari per le tecnologie di difesa, le energie rinnovabili e i veicoli elettrici, pone le preoccupazioni di Trump sotto una luce diversa.

Nel travagliato nord-est della Nigeria, rifugio dell'insurrezione islamista, si trovano importanti giacimenti di monazite, ricchi di litio, nichel, cobalto, rame, lantanio, neodimio e praseodimio.

Il braccio di ferro tra Washington e Abuja mette in evidenza una realtà complessa: la Nigeria è alle prese con problemi di sicurezza e violenza che riguardano diverse comunità e che non possono essere ridotti a una semplice questione religiosa. Allo stesso tempo, la minaccia di un’azione militare esterna solleva questioni di sovranità nazionale, relazioni internazionali e credibilità delle affermazioni su persecuzione religiosa.

In questa cornice, le decisioni che prenderanno gli Stati Uniti e la Nigeria nei prossimi giorni potrebbero avere ripercussioni oltre il continente africano: sulla cooperazione internazionale, sulla lotta al terrorismo e sulla protezione delle minoranze religiose.

Risorse addizionali per questo articolo • AP

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