Hamas avrebbe chiesto a Israele di liberare diversi comandanti incarcerati mentre sono in corso i negoziati di pace in Egitto. Chi sono le persone sulla lista e perché per Israele questa è "una linea rossa che il team negoziale non vuole oltrepassare"?
Nell'ambito dei colloqui di pace in corso in Egitto, Hamas ha chiesto a Israele il rilascio di diversi militanti di alto profilo che stanno scontando pene detentive significative, tra cui alti comandanti del gruppo islamista, hanno dichiarato a Euronews fonti della sicurezza israeliana.
Secondo le fonti la loro liberazione rappresenta una "linea rossa" per Israele che il team negoziale non intende oltrepassare" e Hamas "insistendo su questi nomi garantirà la guerra e nessun accordo". "Chiedere questi terroristi significa più guerra e la completa distruzione di Gaza", hanno detto.
Chi sono gli alti comandanti che Hamas vuole vedere liberi
La lista comprende quattro nomi di spicco: Marwan Barghouti, Ahmad Sa'adat, Hassan Salameh e Abbas al-Sayed.
Barghouti è un alto dirigente di Fatah arrestato da Israele nel 2002 e condannato a cinque ergastoli per omicidio in relazione agli attacchi delle Brigate Martiri di al-Aqsa.
Sa'adat, già segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, è stato condannato a trenta anni per aver organizzato l'assassinio del ministro del Turismo israeliano Rehavam Ze'evi nel 2001.
Hassan Salameh è un alto comandante di Hamas condannato a 46 ergastoli per aver organizzato negli anni '90 attentati su autobus a Gerusalemme e Tel Aviv che hanno ucciso decine di israeliani.
Abbas al-Sayed è un leader di Hamas di Tulkarem condannato a 35 ergastoli consecutivi per aver organizzato l'attentato del 2002 al Park Hotel di Netanya, che ha ucciso 39 israeliani e ne ha feriti altri 140.
Liberazione alti comandanti per Hamas è condizione centrale per accordo con Israele
Hamas ha ripetutamente richiesto il rilascio di questi quattro comandanti durante i passati negoziati con Israele, e queste richieste sono state sempre respinte. Ognuno di loro rappresenta un individuo di alto valore per il gruppo armato. Sa'adat, in quanto leader del Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Pflp), è visto come un simbolo della resistenza palestinese dalla prigione israeliana.
Hamas considera Salameh un eroe nazionale e un simbolo di lealtà per i combattenti veterani, mentre la richiesta di rilascio di al-Sayed dimostra l'intenzione di chiedere indietro anche coloro che sono stati coinvolti in attacchi con vittime di massa.
Euronews ha potuto verificare con fonti affidabili in Palestina che l'individuo più importante della lista per il gruppo è Marwan Barghouti. È visto da Hamas come un prezioso alleato schierato contro Israele e si ritiene che il suo rilascio sia importante per la sua influenza a lungo termine nella politica palestinese, nonostante uno dei punti principali dell'accordo di pace sia la rimozione di Hamas dal potere.
Hamas ha insistito durante i precedenti negoziati sul fatto che il rilascio di questi prigionieri condannati all'ergastolo è una condizione centrale per liberare gli ostaggi che ancora detiene, sottolineando la loro importanza nella strategia negoziale di Hamas.
I colloqui indiretti in Egitto tra Israele e Hamas
Il governo israeliano ha respinto la richiesta di Euronews di commentare le richieste di Hamas mentre sono in corso i negoziati in Egitto. Martedì, fonti governative hanno dichiarato a Euronews che Israele rimane "cautamente ottimista sui colloqui in Egitto", nonostante le preoccupazioni che Hamas "possa tentare di manipolare il processo".
"La nostra posizione è chiara: il rilascio immediato di tutti i 48 ostaggi, come concordato nel piano del presidente Trump, non è negoziabile", hanno dichiarato le fonti governative israeliane. Hamas ha accettato di rilasciare tutti i rimanenti ostaggi israeliani, ma afferma di volere ulteriori colloqui su diversi punti chiave delineati nel piano di pace statunitense.
L'alto funzionario del gruppo armato e leader della squadra negoziale in Egitto, Khalil al-Hayya, ha dichiarato che Hamas ha bisogno di "garanzie reali" di un cessate il fuoco duraturo come parte di qualsiasi accordo per la restituzione dei 48 ostaggi ancora prigionieri a Gaza, di cui si ritiene che venti siano ancora vivi.
La mappa mostrata dalla Casa Bianca include tre fasi proposte per il ritiro delle truppe israeliane. La prima fase lascia circa il 55 per cento di Gaza sotto il controllo israeliano, la seconda il 40 per cento e l'ultima il 15 per cento. La mappa della Casa Bianca non corrisponde alle mappe militari di Israele delle aree militarizzate e, soprattutto, non fornisce una chiara tempistica per il futuro ritiro.
Euronews ha potuto verificare con fonti attendibili in Palestina che Hamas è più concentrato sull'entità del ritiro di Israele e sulla sua tempistica, e molto probabilmente sarebbe disposto a scendere a compromessi sulle sue richieste di rilascio dei prigionieri, come è accaduto nei negoziati passati.
Ma, secondo quanto riferito, il gruppo è anche preoccupato per il futuro dei restanti membri di Hamas e dei loro associati se il piano di Trump dovesse andare in porto.