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Ravenna, bloccati container di esplosivi diretti a Israele: stop dopo allerta dei portuali

Il porto di Ravenna è stato al centro delle cronache anni fa per l'affondamento di un cargo turco
Il porto di Ravenna è stato al centro delle cronache anni fa per l'affondamento di un cargo turco Diritti d'autore  AP Photo/Marco Vasini
Diritti d'autore AP Photo/Marco Vasini
Di Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Dopo la segnalazione dei lavoratori, ripresa delle autorità locali che si sono mobilitate, la società che gestisce il porto ha bloccato la partenza per Haifa. Critiche le opposizioni, il ministro degli Esteri Tajani ha liquidato l'accaduto dicendo che "non si tratta di armi italiane"

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Due container contenenti materiale esplosivo e diretti ad Haifa, in Israele, sono stati bloccati giovedì nel porto di Ravenna per evitare l'invio di armi potenzialmente destinate alla guerra a Gaza, dopo una segnalazione di alcuni lavoratori portuali.

Lo ha reso noto il sindaco della città, Alessandro Barattoni, che ha spiegato di "essere stato informato del previsto arrivo dei due container" e di essersi dunque mobilitato insieme con la presidente della Provincia di Ravenna, Valentina Palli, e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale.

Le tre istituzioni, che sono azionisti della Sapir, l'ente che gestisce il porto cittadino, hanno dunque inviato una lettera ai vertici della società chiedendo "di valutare tutte le possibili azioni giuridiche onde evitare che armi destinate a paesi in conflitto o scenario di violazioni di diritti internazionali possano transitare dai terminal in concessione".

Nella lettera Barattoni, Palli e De Pascale hanno chiesto anche di inserire nel codice etico di Sapir un articolo sul rispetto dei diritti umani e della pace.

"C'è sempre una parte dalla quale stare", si legge nella lettera, "l'Emilia-Romagna e Ravenna hanno ben chiaro quale sia: quella delle vittime innocenti e degli ostaggi", aggiungendo che "ogni azione, compresa l'inazione, è un'azione politica".

In risposta, l'operatore portuale ha comunicato l'indisponibilità della struttura a fare transitare i container destinati in Israele.

"Lo Stato italiano ha dichiarato di avere bloccato il traffico di armi dal nostro Paese verso Israele: ma non è accettabile che, per cavilli burocratici, possano transitare ugualmente provenendo da altri Paesi europei", ha dichiarato ancora De Pascale su Facebook, "faccio un appello a Meloni e Von der Leyen questa vergognosa eccezione va fermata, non possiamo contribuire ad armare chiunque violi i diritti umani".

Croatti dalla Flotilla: "Munizioni da est Europa"

Dopo le proteste dei giorni scorsi in alcuni atenei italiani, sono stati indetti due scioperi generali venerdì e lunedì prossimi dalla Confederazione Generale dei Lavoratori (Cgil) e da altre sigle sindacali, a sostegno del popolo palestinese e contro la guerra di Israele a Gaza.

A incrociare le braccia dovrebbero essere in particolare i lavoratori di porti, scuole, università e trasporti pubblici.

Tra le motivazioni della mobilitazione c'è il supporto alla Global Sumud Flotilla che è partita da Tunisi alla volta del territorio palestinese, sulla cui rotta si aggiungeranno decine di imbarcazioni provenienti da vari Paesi, tra cui l'Italia.

Proprio dalla flotta diretta a Gaza, su cui è imbarcato, il senatore del Movimento 5Stelle (M5s) Marco Croatti ha aggiunto altri dettagli sul carico, che è stato segnalato mercoledì sera al confine con l'Austria in direzione Ravenna.

Si tratta di "una nave cargo della compagnia israeliana Zim, la Contship Era, che avrebbe dovuto caricare due container di munizioni cecoslovacche e ungheresi per l'esercito israeliano", ha dichiarato Croatti all'agenzia Ansa.

"Ricordiamo al ministro degli Esteri, responsabile per il controllo sull'export di armamenti, che la legge 185 del 1990 vieta il transito di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato e responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani", ha proseguito il senatore, "una commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha appena accusato Israele di genocidio".

Tajani su Ravenna: "Non sono armi italiane"

L'M5s è stato il partito di opposizione più attivo su questa vicenda, condannata anche dal Partito Democratico e dalla sua segretaria, Elly Schlein.

La capogruppo dell'M5s in Senato, Alessandra Maiorino, ha chiesto chiarimenti al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ritornando anche sulla polemica per i soldati in vacanza in Sardegna a spese del governo israeliano.

"Lei sa che continuare a inviare armi a Israele ospitare i suoi soldati significa essere corresponsabili del governo genocida e criminale di Netanyahu? Ministro si prenda le sue responsabilità", ha dichiarato Maiorino durante il question time in aula.

"Io non so nulla di cosa è successo" nel porto di Ravenna "perché non sono armi italiane e munizioni italiane. Mi dispiace, non abbiamo inviato armi italiane in Israele", ha replicato il ministro Tajani.

Sempre giovedì un'altra città dell'Emilia-Romagna ha protestato a suo modo contro la condotta militare e politica di Israele. Ttg Travel Experience, fiera del turismo che si svolge a Rimini, ha deciso di chiudere lo stand riservato a Israele.

"Alla luce delle posizioni del Comune di Rimini, città dove si svolge la manifestazione, e della Regione Emilia-Romagna, la società organizzatrice", ovvero Italian exhibition group ha reso noto di "avere comunicato all'Ente del turismo israeliano del venir meno delle per una loro partecipazione alla manifestazione"

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