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Gaza, Tajani su italiani fermati a bordo della nave ong: "Rientro in aereo o rimpatrio forzato"

Membri dell'equipaggio dell'Handala fermati da forze israeliane
Membri dell'equipaggio dell'Handala fermati da forze israeliane Diritti d'autore  Freedom Flotilla Coalition
Diritti d'autore Freedom Flotilla Coalition
Di Fortunato Pinto
Pubblicato il
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Il ministro degli Esteri italiano conferma che due connazionali sono stati trattenuti dopo che la marina militare israeliane ha abbordato la nave della ong Freedom Flotilla. I due cittadini hanno ora due opzioni per il rientro in Italia

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Nella notte tra sabato e domenica le forze israeliane hanno abbordato e poi rimorchiato la nave Handala della ong Freedom Flotilla Coalition verso il porto di Ashdod, in Israele.

L'imbarcazione, con a bordo 21 persone tra cui l'europarlamentare Emma Fourreau, la parlamentare francese Gabrielle Cathala, il giornalista e ricercatore italiano Antonio Mazzeo e l'attivista per il clima Antonio La Picirella, era partita domenica scorsa dal porto di Gallipoli, in Puglia, per trasportare medicinali e cibo alla popolazione a Gaza.

"L'esercito di occupazione israeliano ha abbordato con la forza la nave Handala, impegnata in una missione civile e umanitaria verso la Striscia di Gaza. Si tratta di un'azione illegale e violenta, compiuta in acque internazionali o comunque non soggette alla giurisdizione israeliana, che configura un grave atto di pirateria navale e violazione del diritto internazionale", ha fatto sapere l'organizzazione domenica mattina.

L'operazione è stata confermata dal ministero degli esteri israeliano, che su X ha scritto che la marina militare israeliana ha impedito alla nave Navarn (nome originario della Handala poi aggiornato da Freedom Flotilla) di entrare illegalmente nella zona marittima della costa di Gaza.

"La nave sta raggiungendo in sicurezza le coste di Israele. Tutti i passeggeri sono al sicuro. I tentativi non autorizzati di violare il blocco sono pericolosi, illegali e compromettono gli sforzi umanitari in corso", ha scritto sabato sera il ministero su X.

Secondo l'organizzazione i membri dell'equipaggio, dopo l'arrivo ad Ashdod, sono stati trattenuti per otto ore. La barca, ricorda il Jerusalem Post, prende il nome dal famoso personaggio dei fumetti palestinese ‘Handala’, descritto come "un bambino rifugiato scalzo, alla ricerca della giustizia, che ha giurato di non voltare le spalle finché la Palestina non sarà libera".

Tajani: per italiani rientro in aereo o rimpatrio forzato

Sul trattenimento dei cittadini italiani è intervenuto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. In un comunicato la Farnesina ha fatto sapere che il ministro Tajani ha parlato domenica mattina con il ministro israeliano Gideon Sa’ar.

"I due militanti italiani fermati stanotte sulla nave della Freedom Flotilla sono arrivati nel porto di Ashdod dove verranno assistiti dal personale dell’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv", si legge nel comunicato che poi continua: "Il ministro Sa’ar ha indicato che la procedura prevede che i partecipanti alla manifestazione avranno due opzioni: firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese; venire fermati presso una struttura detentiva locale con rimpatrio forzato nei prossimi 3 giorni".

Tajani ha poi discusso con Sa’ar dell’informazione ricevuta nella serata di sabato sulla pausa umanitaria a Gaza, insistendo tuttavia che le operazioni militari che possano coinvolgere la popolazione palestinese siano interrotte definitivamente.

Tajani ha ripetuto la richiesta di aprire al più presto in maniera definitiva anche all'ingresso e alla distribuzione permanente di aiuti alimentari e sanitari nella Striscia, inclusi i materiali dell’iniziativa italiana Food for Gaza.

Sul caso dei due italiani a bordo dell'Handala, il ministro ha anche aggiornato della situazione il sindaco di Messina, città da cui proviene uno dei due italiani coinvolti.

Per gli altri membri dell'equipaggio della Handala non è ancora chiaro se ci sarà un rimpatrio forzato. Secondo quanto riferito, alcuni avvocati stanno andando a incontrare l'equipaggio per negoziare i termini della loro possibile estradizione nei Paesi di origine.

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