I combattimenti sono proseguiti venerdì in alcune zone di confine tra i due Paesi. Gli sfollati sono circa 60mila sui due lati della frontiera, contestata da decenni. Malesia e Vietnam provano a mediare, ma Bangkok dice che non c'è "alcuna necessità" di una mediazione da parte di terzi
I combattimenti al confine tra Thailandia e Cambogia hanno visto salire il bilancio ad almeno 16 vittime e decine di migliaia di sfollati, al punto che il governo di Bangkok ha parlato venerdì di rischio di "guerra" tra i due Paesi.
Il ministero della Salute pubblica thailandese ha reso noto che un soldato e 14 civili, tra cui bambini, sono stati finora uccisi e ha esortato la Cambogia "a porre fine immediatamente a queste azioni criminali".
In Cambogia un portavoce della provincia di Oddar Meanchey, una di quelle di confine coinvolte dai combattimenti, ha dichiarato che almeno un civile è stato ucciso e diversi sono rimasti feriti finora negli attacchi.
"Se la situazione dovesse degenerare potrebbe sfociare in una guerra, anche se al momento rimane limitata a scontri isolati", ha detto venerdì il premier ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai all'Agence France Presse, sottolineando che ora gli scontri includono armi pesanti e si sono estesi a dodici località lungo il confine.
La Thailandia ha inoltre accusato la Cambogia di avere aperto il fuoco su zone civili e ha evacuato tutti i villaggi ritenuti nel raggio dei razzi cambogiani.
Phnom Penh, da parte sua, ha accusato Bangkok di utilizzare munizioni a grappolo, vietate in gran parte del mondo a causa del loro effetto indiscriminato sulla popolazione civile. La Thailandia non ha risposto alle accuse.
Le dispute di confine non sono una novità lungo gli 800 chilometri di confine tra i due Paesi con frequenti scontri militari, i peggiori dei quali nel 2011 causarono una ventina di morti.
Questa volta le tensioni sono esplose a maggio dopo la morte di un soldato cambogiano alla frontiera e sono proseguite con reciproche restrizioni su commercio e viaggi, fino al ferimento di alcuni militari thailandesi mercoledì e ai bombardamenti reciproci che ne sono seguiti. I due Paesi si accusano reciprocamente di avere aperto per primi il fuoco.
Decine di migliaia di sfollati al confine tra Cambogia e Thailandia
Sono oltre 50mila finora i civili evacuati da sei villaggi sul lato thailandese del confine e quattromila dal lato cambogiano.
In poche ore si sono moltiplicate gli appelli internazionali alla cessazione delle ostilità. Il primo ministro della Malesia Anwar Ibrahim ha chiesto un "cessate il fuoco immediato" e ha offerto assistenza per facilitare il dialogo tra i due Paesi, dopo avere parlato con il premier thailandese Wechayachai e quello cambogiano Hun Manet.
Anche il Vietnam ha chiesto "moderazione" alle parti. "In questo momento critico è fondamentale che entrambe le parti esercitino la massima moderazione" ha detto un portavoce del ministero degli Affari Esteri.
Ma venerdì il ministero degli Esteri thailandese ha dichiarato a Reuters che per il momento non c'è "alcuna necessità" di una mediazione da parte di terzi nel conflitto e che la situazione deve essere risolta attraverso mezzi bilaterali. Phnom Penh deve interrompere le sue mosse offensive, ha detto il portavoce Nikorndej Balankura.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunisce d'emergenza sulla questione questo venerdì alle 21 ora italiana. In una lettera inviata giovedì il primo ministro cambogiano Hun Manet ha esortato il Consiglio a intervenire per “fermare l'aggressione della Thailandia”.