Negli ultimi mesi, la violenza dei gruppi combattenti è aumentata in Pakistan, e in gran parte è attribuita ai talebani pakistani
Le forze di sicurezza del Pakistan hanno ucciso 30 miliziani che hanno tentato di entrare nel Paese dall'Afghanistan. A dichiararlo, venerdì 4 luglio, è stato l'esercito di Islamabad.
Nessun commento su quanto accaduto da parte dell'India
Le persone uccise sono membri dei talebani pakistani, conosciuti ufficialmente come Tehreek-e-Taliban Pakistan, che erano stati avvistati durante la notte nel distretto del Waziristan settentrionale, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa. I militari hanno sequestrato loro armi, munizioni ed esplosivi.
La dichiarazione dell'esercito non ha fornito ulteriori dettagli sull'operazione. Si sa, sempre da fonti militari, che i miliziani erano sostenuti dall'India e ha chiesto al governo afgano di impedire l'uso del proprio territorio da parte di "stranieri" che vogliono attaccare il Pakistan.
Da parte sua, Nuova Delhi non ha per ora commentato quanto accaduto.
Le autorità pakistane accusano spesso l'India di sostenere gruppi fuorilegge come l'Esercito di liberazione Baloch e i talebani pakistani, accusati di violenze. Tali episodi sono aumentate da quando, ad aprile, una sparatoria nel Kashmir controllato dall'India ha acuito le tensioni tra le nazioni (entrambe dotate di armi nucleari).
Lo stretto legame tra talebani pakistani e afgani
Il presidente pakistano Asif Ali Zardari e il primo ministro Shehbaz Sharif hanno entrambi elogiato le forze di sicurezza per il successo dell'operazione. I soldati avevano ucciso 54 insorti nella stessa area ad aprile.
La violenza dei militanti è aumentata in Pakistan negli ultimi mesi, ed è in gran parte attribuita proprio ai talebani pakistani. Il gruppo è separato dai talebani afghani, ma strettamente alleato. Molti dei suoi leader e combattenti hanno trovato rifugio in Afghanistan dopo la presa di potere degli estremisti islamici nel 2021.