Ogni anno migliaia di persone provenienti da Africa, Medio Oriente e Asia meridionale tentano rotte migratorie irregolari per raggiungere l’Europa
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ha dichiarato mercoledì che almeno otto migranti sono morti e altri 22 risultano dispersi dopo essere stati costretti a scendere da un’imbarcazione al largo della costa di Gibuti, il 5 giugno scorso.
Secondo il comunicato dell’agenzia Onu, il gruppo - composto da circa 150 persone - è stato obbligato dai contrabbandieri a gettarsi in mare e a nuotare fino alla riva. I sopravvissuti sono stati trovati nel deserto dalle squadre di pattugliamento dell’Oim e portati in un centro di risposta per migranti. Le operazioni di ricerca e salvataggio continuano, in collaborazione con le autorità locali.
"Ogni vita persa in mare è una tragedia che non dovrebbe mai accadere", ha dichiarato Celestine Frantz, direttore regionale dell’Oim per l’Africa orientale, del Corno e meridionale. Frantz ha denunciato la brutalità dei trafficanti, affermando che i migranti vengono "costretti a scelte impossibili da contrabbandieri che non mostrano alcun rispetto per la vita umana".
La strage dei migranti che tentano di raggiungere l'Europa
Ogni anno, migliaia di persone provenienti da Africa, Medio Oriente e Asia meridionale tentano rotte migratorie irregolari per raggiungere l’Europa. Molti attraversano il Mar Rosso in direzione dei Paesi del Golfo, passando dallo Yemen, una delle principali rotte per i migranti provenienti dall’Africa orientale e dal Corno d’Africa.
Nel frattempo, i dati di Frontex – l’agenzia europea per la protezione delle frontiere – mostrano un calo significativo degli attraversamenti irregolari verso l’Europa. Nel primo trimestre del 2025, si sono registrati circa 33.600 attraversamenti, con una riduzione del 31 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In particolare, gli ingressi sulla rotta dell’Africa occidentale verso le Canarie sono diminuiti del 30 per cento, mentre sulla rotta del Mediterraneo orientale (verso Cipro, Grecia e Bulgaria) il calo è stato del 29 per cento. Sulla rotta del Mediterraneo centrale, che attraversa Libia e Niger verso l’Italia, la diminuzione è stata del 26 per cento.