La mossa è il primo passo concreto verso l'allentamento delle tensioni tra i rivali sotto il nuovo governo del presidente sudcoreano Lee Jae-myung
L'esercito della Corea del Sud ha dichiarato mercoledì di aver smesso di trasmettere propaganda anti-Corea del Nord con gli altoparlanti, lungo il confine, come parte del tentativo del nuovo governo liberale di allentare le tensioni e "ripristinare la fiducia" tra i rivali.
La decisione arriva a pochi giorni dall’insediamento del nuovo presidente, Lee Jae-myung, che ha promesso di avviare una nuova fase di distensione con Pyongyang dopo anni di tensioni sotto la guida del conservatore Yoon Suk Yeol.
Promessa elettorale mantenuta
Lo stop alle trasmissioni era uno dei punti centrali del programma elettorale di Lee, che ha vinto le elezioni anticipate impegnandosi a riaprire i canali di dialogo con il regime nordcoreano. Durante la campagna, Lee aveva definito le operazioni di propaganda sonora una fonte di “tensione inutile” e un “fastidio per i residenti delle aree di confine”.
Il ministero della Difesa sudcoreano ha confermato che la decisione è parte di una strategia più ampia per “ripristinare la fiducia nelle relazioni intercoreane e promuovere la pace nella penisola coreana”.
La risposta (assente) di Pyongyang
Per il momento, la Corea del Nord non ha commentato la mossa di Seul. Il regime di Kim Jong-un, notoriamente sensibile a ogni forma di critica esterna, non ha emesso alcuna dichiarazione ufficiale sulla sospensione delle trasmissioni, che erano state ripristinate nel giugno 2024 in risposta a una provocazione nordcoreana.
Nei mesi precedenti, infatti, Pyongyang aveva lanciato circa 7.000 palloncini pieni di rifiuti verso il Sud — tra cui carta straccia, tessuti, mozziconi di sigaretta e perfino letame — come rappresaglia ai volantini e alle chiavette Usb con contenuti sudcoreani inviati oltre il confine da attivisti civili.
Queste attività fanno parte di una lunga tradizione di guerra psicologica tra le due Coree, risalente alla Guerra Fredda. Le trasmissioni sudcoreane includevano musica pop, notizie, e messaggi critici verso il regime di Kim, mentre la Corea del Nord rispondeva con suoni disturbanti come ululati, gong e rumori metallici.
Il governo sudcoreano ha invitato anche i gruppi civili a cessare le loro attività di propaganda, ricordando che tali gesti “aumentano le tensioni e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini delle aree di confine”.
Dialogo ancora lontano
Nonostante la volontà espressa da Seul di rilanciare il dialogo, le prospettive restano incerte. Dal fallimento dei colloqui sul nucleare nel 2019, Pyongyang ha rifiutato ogni proposta di dialogo da parte della Corea del Sud e degli Stati Uniti.
L’attenzione del regime di Kim sembra ora rivolta altrove: in particolare alla Russia, partner sempre più strategico. Secondo fonti sudcoreane, la Corea del Nord avrebbe inviato migliaia di soldati e notevoli quantità di armamenti a sostegno dello sforzo bellico russo in Ucraina.
Il gesto distensivo di Seul potrebbe rappresentare un primo passo, ma il riavvicinamento tra le due Coree rimane, almeno per ora, tutto in salita.