Lee Jae Myung vince le elezioni presidenziali in Corea del Sud con il 49,2 per cento dei voti. La partecipazione è la più alta dal 1997. Ecco cosa cambia in politica interna ed estera
In Corea del Sud si apre una nuova fase politica con l’elezione di Lee Jae Myung, leader del Partito Democratico (DP). Jae Myung è stato eletto presidente, secondo risultati ufficiali diffusi dalla Commissione Elettorale Nazionale di Seul dopo che è stato completato lo scrutinio di oltre il 98 per cento delle schede. Il liberale è risultato vincitore con il 49,3 per cento dei voti, rispetto al 41,5 per cento del conservatore Kim Moon-soo.
L’affluenza ha superato il 78 per cento, il dato più alto registrato dal 1997, a testimonianza dell’interesse e della tensione che hanno accompagnato queste elezioni. In Corea del Sud, la maggioranza semplice è sufficiente per l’elezione del presidente, e quindi Lee, 60 anni, ex avvocato per i diritti umani e volto noto della sinistra liberale, si avvia a guidare il Paese per i prossimi cinque anni.
Una campagna elettorale segnata dal caos istituzionale
Le elezioni presidenziali sudcoreane del 2025 si sono svolte in un contesto politico altamente turbolento. La stagione elettorale è iniziata con una mossa senza precedenti: la dichiarazione della legge marziale da parte dell’allora presidente Yoon Suk Yeol, che accusava l’opposizione di essere infiltrata da forze comuniste. L’assenza di prove e la rapida reazione del Parlamento, che ha annullato la misura, hanno evidenziato la fragilità del sistema in quel momento.
Nei mesi successivi, la Corea del Sud è sprofondata in una crisi istituzionale culminata con la destituzione di Yoon da parte della Corte costituzionale. Il presidente uscente rischia ora una condanna all’ergastolo per alto tradimento. Questo scenario ha creato un vuoto di potere che ha probabilmente favorito il ritorno della sinistra.
Il programma di Lee: più diritti sociali, apertura alla Corea del Nord
Lee Jae Myung ha basato la sua campagna su temi progressisti e sociali. Tra le sue priorità, l’espansione delle energie rinnovabili, il rafforzamento dei diritti dei lavoratori e un approccio più dialogante nei confronti della Corea del Nord. Il nuovo presidente auspica anche un riavvicinamento diplomatico alla Cina, pur mantenendo relazioni forti con gli Stati Uniti e l’Europa.
Sebbene la sua figura sia stata oggetto di controversie – Lee è attualmente coinvolto in procedimenti penali per corruzione e violazione della legge elettorale – la sua elezione è stata interpretata da molti elettori come una scelta di stabilità, dopo mesi di caos istituzionale. La presidenza gli garantirà ora l’immunità per tutta la durata del mandato.
Kim Moon Soo sconfitto: troppo pesante l’eredità del governo Yoon
Il rivale conservatore Kim Moon Soo, 73 anni, non è riuscito a conquistare l’elettorato. La sua immagine di uomo forte e fautore di una linea dura contro Pyongyang non è bastata a compensare l’onda lunga dello scandalo Yoon.
Ex attivista comunista durante gli anni universitari, Kim ha abbracciato una visione ultra-conservatrice negli ultimi decenni, diventando sostenitore del dispiegamento di armi nucleari tattiche americane sul suolo sudcoreano.
Tuttavia, l’associazione con l’amministrazione Yoon – caduta in disgrazia – ha probabilmente influito in modo determinante sulla sua sconfitta. Molti elettori, soprattutto giovani, si sono mostrati scettici nei confronti di una leadership percepita come autoritaria e distante dai problemi reali della popolazione.
Prezzi alle stelle, disoccupazione e alloggi
Oltre alle tensioni politiche, la campagna elettorale si è giocata soprattutto su temi economici. Il costo della vita elevato, la scarsità di alloggi accessibili nei centri urbani e l’elevata disoccupazione giovanile hanno spinto molti elettori – soprattutto tra i 20 e i 35 anni – a richiedere un cambiamento di rotta.
Il nuovo governo dovrà affrontare un mercato immobiliare fuori controllo e una crescente precarietà lavorativa. In una società dove i giovani sono sempre più costretti a vivere con i genitori, il tema della redistribuzione economica è diventato centrale. Lee ha promesso misure concrete per sostenere i ceti medi e bassi, ma dovrà fare i conti con un Parlamento diviso e una struttura economica rigida.
Quale futuro per i rapporti con Usa, Cina e Corea del Nord?
In Corea del Sud, il presidente ha un ruolo centrale: è capo dello Stato, del governo, e comandante supremo delle forze armate. Ha il potere di emanare decreti e influenzare direttamente la politica estera. La vittoria di Lee Jae Myung potrebbe quindi segnare un riassetto negli equilibri geopolitici regionali.
Il nuovo presidente ha già dichiarato l’intenzione di rafforzare il dialogo con la Corea del Nord, cercando una strategia meno bellicosa rispetto ai suoi predecessori. Parallelamente, punta a una cooperazione più stretta con Pechino, senza rinunciare ai legami strategici con Washington e Bruxelles. Sarà una sfida complessa, in un’Asia orientale sempre più polarizzata.