Caracas ha accusato Washington di essere una "macchina da persecuzione contro i migranti", ricordando il caso di centinaia di migranti deportati in un carcere di massima sicurezza in El Salvador
Il clima diplomatico tra Stati Uniti e Venezuela torna ad arroventarsi. Domenica il governo venezuelano ha diffuso un avviso ufficiale invitando i propri cittadini a evitare qualsiasi viaggio negli Stati Uniti, definiti "un Paese pericoloso" e "una minaccia reale" per gli immigrati.
Caracas ha esortato anche i venezuelani già residenti negli Usa a lasciare il Paese "immediatamente", denunciando presunti episodi di discriminazione, abusi e violenze.
"La realtà americana è un incubo, non un sogno", ha dichiarato il ministero degli Esteri venezuelano, lanciando un appello al rimpatrio e accusando Washington di essere una "macchina di persecuzione contro i migranti".
In una nota ufficiale, il Venezuela ha ricordato il trasferimento di migranti in un carcere di massima sicurezza in El Salvador, definendolo un "atto disumano" e denunciando "torture psicologiche".
Il ministro degli Esteri Yván Gil ha rincarato la dose: "Negli Stati Uniti, essere latino, afro-discendente o venezuelano può significare rischiare la vita. La polizia spara prima e fa domande dopo".
La dura presa di posizione di Caracas arriva come risposta diretta all’allerta lanciata pochi giorni prima dagli Stati Uniti. Il 27 maggio, infatti, il Dipartimento di Stato americano ha rinnovato il suo avviso di massimo livello (livello 4), scoraggiando qualsiasi viaggio in Venezuela a causa del rischio elevato di detenzioni arbitrarie, violenze, terrorismo, e carenze sanitarie.
Washington ha definito il Venezuela come il Paese con il maggior numero di cittadini americani detenuti ingiustamente e ha sottolineato l’impossibilità di fornire assistenza consolare, data l’assenza di ambasciate o consolati statunitensi sul territorio venezuelano. "Le autorità venezuelane non informano quando arrestano cittadini statunitensi", si legge nella nota ufficiale.
Lo scambio di accuse rinfocola le tensioni mai sopite tra i due Paesi, segnando un nuovo picco nella crisi diplomatica. Sullo sfondo, rimane la difficile condizione dei migranti e il crescente isolamento internazionale del Venezuela, mentre Washington mantiene una linea dura sul rispetto dei diritti umani e la tutela dei propri cittadini all’estero.