Nuovi attacchi tra India e Pakistan nelle prime ore di sabato. L'esercito di Islamabad indica tre basi militari colpite, il governo parla di decine di morti e feriti in altri attacchi. Per l'India "risposta misurata" alle rappresaglie in corso da giorni
Le autorità pakistane hanno denunciato che l'India ha sparato missili balistici contro tre basi aeree all'interno del Pakistan sabato mattina. Secondo un portavoce militare, la maggior parte di essi è stata intercettata, mentre il governo di Islamabad ha riferito di 11 civili uccisi nel Kashmir sotto controllo pachistano.
Il portavoce dell'esercito, Ahmad Sharif, ha dichiarato che i nuovi attacchi costituiscono una "provocazione di altissimo livello". Secondo il ministro dell'Informazione del Kashmir amministrato dal Pakistan, Mazhar Saeed Shah, tra gli 11 morti ci sono un bambino e quattro donne, e si conta una cinquantina di feriti.
I media locali parlano di attacchi di rappresaglia contro "diverse località" in India.
Secondo Sharif, i missili indiani hanno colpito la base aerea di Nur Khan, situata nella città di Rawalpindi, la base aerea di Murid, nella città di Chakwal, e la base aerea di Rafiqui, nel distretto di Jhang, nella provincia orientale del Punjab.
Alcuni dei missili indiani avrebbero colpito la provincia orientale indiana del Punjab in Afghnistan secondo il portavoce pachistano, dicendo di averne le prove ma senza ulteriori dettagli.
"Voglio darvi la notizia scioccante che l'India ha sparato sei missili balistici dalla città di Adampur", ha detto Sharif. Uno dei missili balistici ha colpito Adampur, mentre gli altri cinque missili hanno colpito l'area del Punjab indiano di Amritsar".
L'India da parte sua ha denunciato "la palese escalation del Pakistan" che continua con "attacchi di droni e altre munizioni" lungo il confine occidentale, mentre testimoni hanno riferito di forti esplosioni a Srinagar e di diversi droni ad Amritsar, nel Punjab.
Per il ministro degli Esteri indiano, Vikram Misri, "sono state le azioni del Pakistan a costituire provocazione ed escalation" mentre l'India si è difesa "in modo responsabile e misurato".
JD Vance esorta entrambe le parti a una de-escalation
La tensione è salita alle stelle dopo che il 22 aprile un attacco a Pahalgam, nel Kashmir amministrato dall'India, ha ucciso 26 persone, soprattutto turisti. Nuova Delhi ha incolpato Islamabad di aver "appoggiato l'aggressione", affermazione che il Pakistan ha respinto con forza.
Mercoledì, l'India ha effettuato attacchi aerei su diverse località in territorio pakistano, che ha identificato come associate a militanti, uccidendo 31 civili, come riferito da funzionari pakistani. In risposta, Islamabad ha dichiarato di avere abbattuto cinque aerei da combattimento indiani.
Parlando ai media statunitensi, il vicepresidente JD Vance ha affermato che Washington non si farà coinvolgere nel conflitto tra le due potenze nucleari dell'Asia meridionale, ma ha sottolineato che gli Stati Uniti incoraggiano entrambe le parti a cercare la pace e la de-escalation.
"Vogliamo che questa situazione si attenui il più rapidamente possibile. Possiamo tentare di incoraggiare queste persone a una lieve distensione, ma non ci faremo coinvolgere nel mezzo di una guerra che fondamentalmente non ci riguarda", ha dichiarato Vance.
Vance ha sottolineato che Washington non può dire a nessuno dei due Paesi di smettere di combattere, ma farà il possibile per raggiungere la pace, attraverso i canali diplomatici.
"L'America non può dire agli indiani di deporre le armi. Non possiamo dire ai pakistani di deporre le armi. Quindi continueremo a portare avanti la questione attraverso i canali diplomatici", ha osservato il vicepresidente Usa.
"La nostra speranza e la nostra aspettativa è che questa situazione non si trasformi in una guerra regionale più ampia o, Dio non voglia, in un conflitto nucleare" ha concluso.