Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Spagna, il blackout accende il dibattito sulla transizione energetica e i minerali

Immagine: un contenitore di carbonato di litio presso l'impianto di litio della Albemarle Corp. a Silver Peak, Nevada, USA, il 6 ottobre 2022.
Immagine: un contenitore di carbonato di litio presso l'impianto di litio della Albemarle Corp. a Silver Peak, Nevada, USA, il 6 ottobre 2022. Diritti d'autore  AP
Diritti d'autore AP
Di Carlos Vilas
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button

La corsa europea ai minerali critici per l'autonomia strategica divide Bruxelles, ambientalisti e cittadini. Il recente blackout in Spagna ha riacceso il dibattito sulla transizione energetica, sui progetti minerari e la sostenibilità

PUBBLICITÀ

Il blackout in Spagna della scorsa settimana ha riportato sotto i riflettori la vulnerabilità delle infrastrutture energetiche europee e il nodo strategico della sicurezza nell'approvvigionamento di materie prime indispensabili per la transizione energetica e digitale.

In un contesto geopolitico segnato dalla competizione globale per il controllo delle risorse e dalla crescente rivalità con la Cina, l’Unione europea si sta muovendo con urgenza per ridurre la dipendenza esterna e garantire una propria “autonomia strategica” nell’accesso a minerali come litio, cobalto, terre rare e nichel, fondamentali per la produzione di tecnologie rinnovabili, batterie e strumenti militari.

In questo scenario, la Spagna emerge come uno degli attori chiave dell’Ue, grazie alla sua ricca geodiversità e al potenziale minerario ancora in parte inesplorato. Ma la spinta verso l’attivazione di nuovi progetti minerari sta suscitando crescente opposizione da parte di comunità locali e gruppi ambientalisti, che chiedono maggiore trasparenza, partecipazione e rispetto dei diritti ambientali e sociali.

Cresce la tensione tra Bruxelles e le comunità locali spagnole

La Commissione europea ha approvato 47 progetti strategici per rafforzare l’autonomia del blocco nell’accesso alle materie prime critiche, di cui sette localizzati in Spagna. Ma questa decisione ha sollevato numerose perplessità.

Oltre duecento gruppi della società civile, provenienti da nove Stati membri, hanno inviato una lettera aperta al Parlamento europeo per denunciare la mancanza di accesso alle informazioni ambientali e legali relative ai progetti approvati. Il 90 per cento dei firmatari proviene dalla Spagna, dove associazioni, legali e movimenti di base chiedono chiarezza sui criteri di selezione e sulle garanzie per la tutela dei territori coinvolti.

Organizzazioni come Ecologistas en Acción e Amigas de la Tierra denunciano il rischio che la classificazione strategica dei progetti limiti la possibilità di opposizione da parte delle comunità locali, favorendo un modello di sviluppo dall’alto. Il caso della miniera di litio Mina Doade in Galizia è emblematico: la piattaforma Sos Suído-Seixo chiede il rispetto del diritto alla permanenza e alla partecipazione nelle decisioni che determinano il futuro dei territori abitati.

La strategia europea sui minerali critici per ridurre la dipendenza dalla Cina

Nel quadro della legge europea sulle Materie prime fondamentali, l’Ue punta a estrarre localmente almeno il dieci per cento dei materiali critici entro il 2030, processarne il 40 per cento e soddisfare un quarto della domanda tramite riciclo.

L’obiettivo è ridurre la dipendenza dalla Cina, che detiene oltre il 60 per cento della produzione mondiale di terre rare e oltre il 90 per cento del loro processo di raffinazione. Ma i recenti sviluppi mostrano che l’Europa non mira solo alla sostenibilità: la nuova strategia include un marcato orientamento alla difesa e alla sicurezza, anche alla luce del conflitto in Ucraina e della crescente pressione bellica.

Mappa dei progetti strategici selezionati dalla Commissione europea
Mappa dei progetti strategici selezionati dalla Commissione europea Commissione europea

Diversi gruppi ambientalisti mettono in dubbio la coerenza di queste politiche. "Oggi ci dicono che servono minerali per il riarmo, ieri erano per l'energia pulita. Qual è la verità?", si è chiesta Adriana Espinosa di Amigas de la Tierra.

Secondo un loro studio, il principale motore della domanda di minerali non sono le rinnovabili ma l’industria automobilistica, in particolare il veicolo elettrico privato. La transizione, affermano, non può essere sostenibile se non si riduce la domanda globale, privilegiando il riciclo, la mobilità collettiva e il riutilizzo dei materiali.

Il piano spagnolo sui minerali 2025-2029

Nel quadro europeo, la Spagna ha avviato il proprio Piano d’azione sulle Materie prime minerarie 2025-2029, coordinato dal ministero per la Transizione ecologica e in fase di consultazione pubblica. Il piano si propone di adottare un approccio olistico che unisca identificazione dei bisogni, tracciabilità dei materiali, economia circolare e recupero sostenibile degli spazi.

A supporto, sarà attivato il Programma nazionale di esplorazione mineraria, con focus sia su giacimenti primari che su risorse secondarie provenienti da oltre mille strutture di scarti minerari, oggi rivalutati alla luce delle nuove esigenze strategiche.

L’Istituto geologico e minerario spagnolo (Igme-Csic) collaborerà con le comunità autonome e soggetti privati per studiare il potenziale minerario nazionale, aggiornando ricerche storiche che risalgono agli anni ’70. Le aree di maggiore interesse si concentrano nel sud e nell’ovest della penisola iberica.

La Spagna è già il primo produttore europeo di fluorite e stronzio, ed è tra i primi per rame, magnesite, tungsteno e tantalio. Ma il piano prevede anche incentivi alla ricerca e allo sfruttamento sostenibile di nuovi depositi e materiali residui.

I gruppi ambientalisti mettono in discussione il modello europeo per i minerali

I gruppi ambientalisti sono sospettosi delle reali intenzioni di Bruxelles. "Ieri gli stessi minerali e le stesse miniere ci venivano venduti come indispensabili per la transizione energetica. Oggi ci vengono venduti come essenziali per il riarmo europeo. Qual è la verità? A cosa serviranno?", ha chiesto Espinosa in un'intervista a Euronews.

La sua organizzazione ritiene che ci sia "un interesse a dare priorità all'estrazione mineraria a tutti i costi, perché l'industria degli armamenti e il settore metallurgico hanno fatto molte pressioni a Bruxelles per favorire tutta questa legislazione e l'economia di certi attori", nonostante i "rischi ambientali e sociali".

Gli ambientalisti temono inoltre che queste dinamiche aumentino la "disaffezione verso le politiche climatiche" e sottolineano che "non c'è alcuna garanzia che i minerali estratti dal suolo europeo servano per la transizione energetica, perché in questo momento ciò che è sul tavolo come politica prioritaria delle istituzioni europee è il riarmo".

Ma per Espinosa il vero problema di fondo è il"punto di partenza" dei dibattiti sull'estrazione mineraria e la "corsa estrattivista" alla transizione energetica. "Stanno cercando di venderci e accelerare questo bisogno di minerali" invece di concentrarsi sulle misure "per cercare di ridurre la domanda di minerali", ha affermato Espinosa, riferendosi a uno studio della fine del 2023 pubblicato dalla sua organizzazione e prodotto dall'Istituto di ricerca congiunto per l'energia e l'efficienza delle risorse di Aragona.

Serve ridurre la domanda di minerali invece di accelerare l'estrazione

Secondo l'analisi, nell'ambito della transizione energetica e digitale, le tecnologie che richiederanno più minerali non sono quelle legate all'energia fotovoltaica o eolica, ma il veicolo elettrico privato; "il grande motore di questa domanda di minerali", secondo le parole di Espinosa.

Lo studio indica una combinazione di misure che consentirebbero di ridurre la domanda del 34 per cento entro il 2050 per tutti i metalli analizzati e fino alla metà per elementi chiave come il litio, tra cui il prolungamento della vita utile delle tecnologie, il miglioramento del riciclo dei metalli, il riutilizzo delle batterie per le auto elettriche e la riduzione del parco veicoli privati a favore di un modello di mobilità che rafforzi e promuova il trasporto elettrico collettivo.

Nel suo approccio al dibattito sul settore minerario, Espinosa è categorica: "Non favoriremo né considereremo valida alcuna miniera in nessuna parte del mondo finché continueremo con un modello di produzione che si basa sulla crescita illimitata, che nega i diritti delle comunità locali e che privilegia soprattutto i diritti delle grandi società minerarie e di armi".

Stime e raccomandazioni della Banca Mondiale per i minerali

Un rapporto pubblicato nel 2020 dalla Banca mondiale stima che per garantire "un futuro al di sotto dei 2°C" sono necessari tre miliardi di tonnellate di minerali e metalli per l'implementazione dell'energia eolica, solare e geotermica, nonché per lo sviluppo di sistemi di stoccaggio dell'energia.

Lo studio prevede che anche con un aumento significativo del riciclaggio, "è probabile che rimanga una forte domanda di minerali primari", il che "vale soprattutto per quei minerali con la maggiore crescita della domanda, che mancano di materiale esistente per il riciclaggio e il riutilizzo".

L'agenzia di Washington ha aggiunto che "i futuri aumenti dei tassi di riciclaggio possono svolgere un ruolo importante nel mitigare l'aumento della domanda di minerali primari, così come il riutilizzo dei componenti per le tecnologie di stoccaggio dell'energia". Il rapporto chiede quindi "ulteriori misure politiche per intensificare le azioni" per incentivare il riciclo e il riutilizzo.

Una sfida strategica tra interessi geopolitici, diritti ambientali e scelte industriali

L’accesso ai minerali critici è ormai al centro di una battaglia strategica che intreccia transizione ecologica, sicurezza militare e interessi industriali. Mentre l’Ue cerca di non rimanere indietro rispetto a Stati Uniti e Cina, cresce il rischio che la corsa alle risorse comprometta i diritti delle comunità e l’equilibrio ambientale dei territori coinvolti.

La Spagna si trova a un crocevia: diventare hub europeo delle risorse critiche ma solo se riuscirà a conciliare sviluppo, trasparenza e sostenibilità.

Il futuro dell’autonomia strategica dell’Europa passa dalle sue miniere. Ma anche dalla sua capacità di non perdere il consenso dei cittadini e la bussola dell’etica ambientale.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Fact checking: un "esperimento" sulle rinnovabili potrebbe aver causato il blackout in Spagna?

Blackout in Spagna: il governo indica tra le cause "sovratensione" o guasti al sistema di protezione

Blackout Iberico: il governo spagnolo rivela le prime cause dell’interruzione di aprile