Il leader liberale Mark Carney ha fatto della minaccia rappresentata dal presidente Usa un punto centrale della sua campagna elettorale. Il rivale conservatore Poilievre ha reagito all'ennesimo messaggio di Trump sul futuro del Canada come 51esimo stato Usa chiedendogli di "non interferire"
I canadesi votano in un'elezione che si preannuncia cruciale, non solo per il futuro politico del Paese, ma anche per le relazioni con gli Stati Uniti. La consultazione elettorale è stata interpretata da molti come un referendum sulle politiche di Donald Trump, che ha minacciato apertamente di annettere il vicino Canada e ha lanciato una guerra economica contro il Paese. La tensione tra Ottawa e Washington è ai massimi storici, con il futuro delle relazioni commerciali e politiche che dipende anche dalla scelta dei cittadini canadesi.
Le elezioni si svolgono in un clima di forte agitazione, alimentato da eventi tragici come l'attacco mortale di sabato a Vancouver, che ha portato alla sospensione della campagna elettorale.
L'incidente, che ha causato 11 morti, ha fatto scattare il piano di emergenza delle forze dell'ordine, che hanno rapidamente escluso il terrorismo e arrestato un uomo con una storia di problemi di salute mentale.
Carney e Poilievre: la corsa al potere
La campagna elettorale si concentra principalmente sulla figura di Mark Carney, attuale leader liberale, primo ministro del Canada dal 14 marzo 2025, e il suo rivale, Pierre Poilievre, capo del partito Conservatore.
Carney, ex governatore della Banca del Canada e della Banca d'Inghilterra, ha usato la sua esperienza economica per mettere in guardia i canadesi dalle minacce provenienti da Washington. La sua retorica si è focalizzata sulle dichiarazioni aggressive di Trump e sull'idea che il presidente americano voglia ridurre il Canada a una mera provincia degli Stati Uniti. "Gli americani vogliono spezzarci per poterci possedere", ha affermato Carney in uno degli ultimi comizi, sottolineando quanto la situazione sia seria e mettendo in evidenza la minaccia esistenziale rappresentata dalle politiche di Trump.
Nel frattempo, Poilievre ha cercato di capitalizzare consenso, puntando sull’impopolarità di Justin Trudeau, il primo ministro uscente, e sulla crisi economica che ha colpito i canadesi a causa del costo della vita elevato e delle difficoltà legate alla guerra commerciale. Tuttavia, la crescente preoccupazione per le relazioni con gli Stati Uniti ha messo in difficoltà il candidato conservatore, che è stato paragonato a Trump per il suo stile populista e provocatorio.
Lunedì Poilievre ha invitato Donald Trump a "stare fuori" dalle elezioni dopo che il presidente statunitense aveva affermato su Truth in giornata che l'annessione agli Usa come 51esimo stato sarebbe il "compimento di un destino naturale".
In un messaggio pubblicato sulla piattaforma X, Poilievre ha scritto che "gli unici che possono decidere il futuro del Canada sono i cittadini, al momento di recarsi alle urne". Sulla stessa linea il leader del Nuovo partito democratico canadese (Ndp), Jagmeet Singh, che ha dichiarato che "non è Donald Trump a scegliere il nostro futuro".
La guerra economica e l'importanza del Nafta
Le tensioni con gli Stati Uniti non sono solo politiche, ma anche economiche. La guerra commerciale scatenata da Trump ha avuto conseguenze devastanti per l'economia canadese, con un significativo calo degli scambi commerciali.
Più di 7,3 milioni di canadesi hanno già partecipato al voto anticipato, un record storico che mostra la determinazione del Paese nel determinare il proprio futuro. Entrambi i candidati hanno promesso di rinegoziare l'accordo di libero scambio tra Canada e Stati Uniti, conosciuto come Usmca in modo da tutelare gli interessi canadesi e garantire che il Paese non diventi una pedina nelle mani di Washington.
La retorica di Trump, che ha minacciato più volte la sovranità canadese, ha solo esacerbato la situazione. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che il Canada "cesserebbe di esistere come Paese" se gli Stati Uniti smettessero di acquistare le sue merci, un’affermazione che ha scatenato indignazione tra i canadesi.
La questione è tornata alla ribalta anche durante un’intervista con il Segretario di Stato Marco Rubio, che ha risposto affermando che Trump ha più volte dichiarato che il Canada starebbe meglio come Stato degli Stati Uniti.
La lotta per la sovranità del Canada
Mark Carney, in risposta alle minacce di Trump, ha chiesto ai canadesi di dargli un "mandato forte" per difendere la sovranità del Canada. "Il presidente Trump ha alcune idee ossessive, e questa è una di quelle", ha detto Carney, riferendosi alla minaccia di annessione. Secondo Carney, la situazione attuale è una delle più gravi che il Paese abbia mai affrontato, e solo un governo liberale forte può affrontare efficacemente queste sfide.
Le elezioni come banco di prova per il futuro del Canada
In un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche, le elezioni di lunedì sono diventate un punto di riferimento per la difesa dell’indipendenza del Canada e della sua politica estera.
Gli elettori canadesi si trovano di fronte a una scelta fondamentale: accettare il crescente controllo degli Stati Uniti o sostenere un governo capace di resistere alle pressioni esterne e preservare l’autonomia del Paese. Con l’influenza di Trump come tema dominante, il futuro delle relazioni bilaterali tra Canada e Stati Uniti dipenderà in larga misura dall’esito di queste elezioni.