Dopo l'annuncio della richiesta della pena di morte per Luigi Mangione il suo legale ha definito la decisione della procuratrice generale Usa, Pam Bondi, "barbara". Mangione è accusato di avere ucciso l'amministratore delegato di UnitedHealthcare, Brian Thompson, lo scorso dicembre a New York
Una "decisione barbara". Sono le parole usate dalla legale di Luigi Mangione, Karen Friedman Agnifilo, per commentare l'ordine dato martedì ai procuratori federali dalla procuratrice generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, di chiedere la pena di morte per l'imputato nell'omicidio di Brian Thompson, amministratore delegato di UnitedHealthcare.
“Quello di Brian Thompson, brav’uomo e padre di due bambini piccoli, è stato un assassinio premeditato e compiuto a sangue freddo che ha scioccato l’America”, ha affermato in un comunicato la procuratrice generale descrivendo l'assassinio come un atto di violenza politica.
La dura reazione della legale di Mangione alla richiesta di pena di morte
Agnifilo ha invece definito una scelta "politica" la richiesta della pena capitale da parte di Bondi, accusando il governo di "difendere l'industria sanitaria corrotta, immorale e assassina". "Pur dichiarando di voler contrastare gli omicidi il governo federale vuole commettere l'omicidio premeditato e patrocinato dallo Stato di Luigi", ha aggiunto l'avvocata.
Sono undici i capi d'accusa totali a pendere sull'imputato. Oltre che di possesso illegale di arma da fuoco, Mangione è accusato di omicidio premeditato con l'aggravante di terrorismo, reati federali che potrebbero portare alla pena di morte nonostante questa sia stata abolita nello Stato di New York.
Il giovane sta affrontando due diversi processi, sia a livello statale che federale. Se tutti i capi d'imputazione verranno confermati secondo le leggi statali Mangione rischia l'ergastolo senza condizionale. La prossima udienza è prevista per il 18 aprile.
La dinamica dell'omicidio e dell'arresto di Luigi Mangione
Thompson, 50 anni, è stato ucciso con un colpo di pistola fuori da un hotel di Manhattan lo scorso 4 dicembre fuori da un hotel di Manhattan, a New York.
Mangione è stato arrestato in un McDonald's in Pennsylvania dopo una caccia all'uomo durata cinque giorni, con una pistola che corrispondeva a quella usata nella sparatoria e un documento d'identità falso, secondo quanto riferito dalla polizia.
Il 26enne è stato estradato dalla Pennsylvania e portato rapidamente a New York. Comparendo in aula per l'incriminazione a fine dicembre il giovane si è dichiarato non colpevole.
I procuratori federali hanno dichiarato che Mangione aveva con sé un taccuino dove esprimeva ostilità nei confronti del settore delle assicurazioni sanitarie e in particolare dei dirigenti più ricchi. Al momento dell'arresto la polizia gli ha trovato addosso più di due pagine di annotazioni su UnitedHealthcare.
UnitedHealthcare è la più grande compagnia di assicurazione sanitaria degli Stati Uniti, ma la società ha dichiarato che Mangione non è mai stato un suo cliente. Gli inquirenti non escludono che l'imputato possa aver preso di mira Thompson per come era stato trattato un proprio familiare ammalato.
Chi è l'imputato per l'omicidio di Brian Thompson, Luigi Mangione
Originario di Baltimora, laureato in informatica alla Ivy League e proveniente da una famiglia benestante del Maryland, Mangione sembrava essersi isolato nei mesi precedenti la sparatoria. Scriveva spesso nei forum online delle sue battaglie contro il mal di schiena.
Il giovane è infatti affetto da spondilolistesi, una condizione che comporta lo scivolare progressivo di una vertebra in avanti rispetto a quella inferiore. Nel 2023 si era sottoposto senza successo a un intervento che avrebbe dovuto eliminare il problema.
Thompson, padre sposato di due figli liceali, ha lavorato per venti anni presso il gigante UnitedHealth Group ed è diventato amministratore delegato della sua divisione assicurativa nel 2021.
L'omicidio ha spinto molti statunitensi a esprimere il proprio risentimento nei confronti delle assicurazioni sanitarie statunitensi, con Mangione elevato da molti a simbolo della lotta alle compagnie assicuratrici e al sistema sanitario statunitense. Sui social media è spopolato l'hashtag #freeluigi e il giovane è diventato un personaggio virale.
I sostenitori di Mangione si sono moltiplicati al punto da riuscire a raccogliere oltre 500mila dollari circa tramite una campagna di raccolta fondi, per sostenere le spese legali del giovane.
In California, una proposta di legge per vietare alle assicurazioni mediche di ritardare o negare ai pazienti cure e farmaci è stata battezzata "Luigi Mangione Access to Health Care Act". Lo scopo di Paul Eisner, l'avvocato che ha depositato l'iniziativa, era attirare l'attenzione, "cosa che ha sicuramente fatto", ha commentato Eisner.
L'accaduto ha inoltre provocato un'onda d'urto nel mondo delle aziende, con diversi dirigenti che hanno dichiarato di aver ricevuto minacce di morte in seguito al delitto.