Gli scontri tra le forze filogovernative e i lealisti di Assad hanno provocato almeno mille morti in pochi giorni. Duro il commento delle autorità internazionali
Sale il bilancio delle vittime degli scontri tra le forze di sicurezza siriane e i lealisti del presidente spodestato Bashar al-Assad. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno mille persone sono morte in uno degli atti di violenza più letali del Paese in oltre un decennio.
L'Osservatorio, con sede nel Regno Unito, ha dichiarato che oltre ai quasi 750 civili uccisi, per lo più in sparatorie a distanza ravvicinata, sono stati uccisi 125 membri delle forze di sicurezza governative e quasi 150 militanti di gruppi armati affiliati ad Assad.
Oltre alle uccisioni, durante gli scontri l'elettricità e l'acqua potabile sono state tagliate in vaste aree intorno alla città costiera occidentale di Latakia.
Cosa sta accadendo in Siria
Gli scontri scoppiati giovedì hanno segnato un'importante escalation nella sfida al nuovo governo di Damasco, tre mesi dopo che gli insorti hanno preso il potere dopo la drammatica rimozione di Assad dal potere.
Il governo ha dichiarato che stava rispondendo agli attacchi delle rimanenti forze di Assad e ha incolpato “azioni individuali” per la violenza dilagante.
Gli omicidi per vendetta iniziati venerdì da uomini armati musulmani sunniti fedeli al governo contro i membri della setta alawita, minoranza di Assad, sono un duro colpo per l'Hts. Gli alawiti hanno costituito per decenni gran parte della base di sostegno di Assad.
I residenti dei villaggi e delle città alawite hanno riferito che gli uomini armati hanno aperto il fuoco contro gli alawiti nelle strade o alle porte delle loro case. Molte case alawite sono state saccheggiate e date alle fiamme in diverse aree.
Baniyas è stata una delle città più colpite dalle violenze. I residenti raccontano che i corpi sono stati sparsi per le strade o lasciati senza sepoltura nelle case e sui tetti degli edifici, senza che nessuno potesse raccoglierli.
In un episodio, gli uomini armati avrebbero chiesto ai residenti la carta d'identità per verificare la loro religione e confermare la loro setta alawita prima di ucciderli.
Al Sharaa: "Preservare unità nazionale"
Parlando da una moschea a Damasco, il presidente a interim Ahmed al Sharaa ha lanciato un appello alla pace e all'unità nazionale. "Dobbiamo preservare l'unità nazionale e la pace civile il più possibile e, se Dio vuole, saremo in grado di vivere insieme in questo Paese", ha detto Al Sharaa che ha poi definito gli scontri "una grave sfida per la Siria", ma ha assicurato che il peggio "è ormai passato".
Critiche dall'Occidente contro le violenze in Siria
Lo scioccante incidente ha scatenato reazioni e preoccupazioni da parte dei funzionari occidentali. L'inviato speciale della Germania in Siria, Stefan Schneck, si è espresso su X condannando la violenza.
“Sono profondamente scioccato dalle numerose vittime nella Siria occidentale e invito tutti a cercare soluzioni pacifiche, unità nazionale, dialogo politico inclusivo e giustizia di transizione. Dobbiamo uscire dal ciclo della violenza e dell'odio. La Germania è pronta ad aiutare ovunque sia possibile”, ha scritto.
Anche l'incaricato d'affari dell'Unione europea in Siria, Michael Ohnmacht, ha commentato il tragico incidente facendo eco all'omologo tedesco. Ohnmacht ha inoltre chiesto la fine delle violenze e che tutte le parti “diano prova di moderazione” e “rispettino il diritto di tutte le componenti del popolo siriano” a vivere in sicurezza e in pace.
La Francia ha espresso “profonda preoccupazione” per le recenti violenze in Siria. “Condanniamo con la massima fermezza le atrocità commesse contro i civili per motivi religiosi e contro i prigionieri”, ha dichiarato sabato il ministero degli Esteri in un comunicato. La Francia ha esortato le autorità siriane ad interim ad assicurarsi che indagini indipendenti “facciano piena luce su questi crimini”.